giovedì 3 novembre 2016

Luoghi ameni, persone speciali, quadrupedi e pelosi...

Non ero sicura di voler partire per questa, seppur breve, vacanza. Breve perché quando gli animali sono parte fondamentale della tua vita non ti consentono, nel bene e nel male, di staccarti da loro per periodi prolungati. Insicura perché la festività che lega questo “ponte” non è tra le mie preferite, perlomeno non per concedermi di essere spensierata come una vacanza richiede. Evoca senza possibilità di scampo le dolorose perdite che ognuno di noi, in misura diversa, ha inevitabilmente subito e alle mie quest'anno, anzi pochi giorni fa, si è aggiunta quella di una mia cugina, quasi mia coetanea, con la quale avevo un profondo legame d'affetto creatosi, per vicissitudini familiari, quando eravamo bambine, ma che si era sempre mantenuto tale nonostante, come spesso accade, non riuscissimo o non avessimo occasione di frequentarci come avremmo voluto.
Inoltre in questa vacanza non avrebbero potuto accompagnarci i pelosi prescelti di turno a causa di una presunta epidemia di Parvovirus che sembra dilagare in alcune regioni del centro Italia tra cui la Toscana, prima meta del nostro piccolo viaggio.
Premesso tutto questo avevamo però davvero bisogno di staccare qualche giorno e vabbè, con questo stato d'animo non proprio propenso allo svago siamo comunque partiti.
Le condizioni atmosferiche perfette ci hanno messo molto presto di buon umore e l'idea di rivedere cari amici ci ha dato la spinta che ci serviva per entrare in quel clima rilassato tipico e necessario di quando non hai nulla di cui preoccuparti se non cosa fare di te stesso in quel preciso istante.

La nostra prima metà è stata la Toscana, terra che tutti amiamo perché è impossibile non sentire senza farsi coinvolgere tutta la sua energia, quella tipica atmosfera a metà tra il mistico e lo spirituale che avvolge ogni cosa: le persone prima di tutto, il paesaggio naturale ma anche urbano, il cibo con i suoi colori e sapori. Ed è proprio nel locale di una caro amico che abbiamo concluso la nostra prima serata. Claudio, del Cenacolo Culturale Kansar a Pietrasanta (Lu), ha cucinato per noi un Caciucco da fine del mondo che assieme alla familiarità e al buon vino ha dato alla nostra serata un senso speciale. Non so come definire questo sentimento... ma rivedere amici,
consolidare rapporti sociali che ti facciano capire quanto sia importante la stima per le persone e quanto siano ancora importanti la condivisione delle idee, il confronto del malessere esistenziale di questo momento storico, e alla fine la consapevolezza che comunque esserci e parlarne ci fa avere fiducia in un domani migliore, in una ulteriore possibilità che ci veda magari anche eroi agli occhi dei nostri figli, capaci insomma di regalargli un futuro, non so se migliore, non so nemmeno se positivo ma comunque un futuro che già mi sembra una gran cosa, ecco tutto questo, forse, semplicemente ti fa sentire parte di qualcosa... grande, piccolo, speciale o insignificante non so ma comunque qualcosa.

Con questo bel fagotto di positività e una notevole scorta di buonissimo olio d'oliva ci siamo diretti in Liguria dove abbiamo soggiornato alla Locanda Barbin di Ne (Ge). I titolari sono Giovanna e Simone, cari amici, che per ovvi motivi di lontananza non vedevamo da nove anni e cioè dal giorno in cui gli affidammo uno dei nostri piccoli, il pelosone Ringo. Ecco, anche loro sono una delle belle “storie” che accompagnano la nostra vita e quello che facciamo. Persone semplici e speciali che hanno dato moltissimo amore al nostro piccolo ma anche ad altri Corgi e ora anche a Penny una meticcia invadente e petulante che però è impossibile non definirla simpatica!
Rivedere i nostri Corgi è sempre commovente e a me piace immensamente perché è come riprendere in mano un puzzle del quale, pur avendo tasselli importanti, ne mancavano alcuni per renderlo completo. Lui è sempre uguale, come lo ricordavamo, un peloso tranquillo, sereno e con una sensibilità straordinaria per i suoi simili e per i bimbi ai quali si avvicina con infinita pazienza nella speranza, come avviene il più delle volte, che dalle loro manine cada qualche avanzo di prelibatezza.  Con i nostri amici e i loro due pelosi, Ringo e Penny abbiamo trascorso una giornata bellissima nel Parco dell'Aveto e precisamente al Lago di Giacopiane. I paesaggi mozzafiato che dall'alto delle piane facevano arrivare la nostra vista fino al mare sono stati una cosa indescrivibile e l'appostamento per riuscire a vedere i branchi di cavalli selvatici che popolano ormai da anni la zona hanno completato la magia di quella giornata. Insomma, mi sentivo davvero intontita da tanta bellezza e ho passato davvero molto tempo a contemplare tutto ciò nel tentativo fare scorta di visioni rigeneranti per l'anima.

Amo molto viaggiare ma mi piace trovare sempre una motivazione a ciò che faccio, è quasi una necessità per non sentirmi inutile nell’universale complessità delle cose.

Quando posso visitare luoghi ameni e bellissimi, rivedere persone care, conoscerne di nuove e naturalmente avere vicino sempre qualche peloso da strapazzare per me si completa un cerchio esistenziale e riesco a dare un senso alla mia vita in quel preciso momento. Con questa sensazione meravigliosa siamo ritornati al caos della nostra famiglia pronti a riprendere le fila della nostra vita quotidiana accompagnata in ogni momento dai nostri amatissimi Corgini.

martedì 6 settembre 2016

Ferragosto... washing day a Corgilandia!

Capita di alzarsi la mattina e sentirsi addosso energie per ribaltare il mondo! No???

Bè, il giorno di Ferragosto, ho pensato fosse il giorno giusto per lavare qualche peloso... "giusto uno o due al massimo", ho detto a Giangi a colazione nei nostri discorsi mattutini. E dovevo capirlo dal suo sguardo disperato che non mi credeva per nulla, anzi, lo sapevo benissimo ma fingevo di no. Lui già sapeva che l'idea di lavare un cane avrebbe avuto un effetto domino su tutto ciò che quel giorno si fosse messo sulla mia strada.
Sono partita con buonissimi propositi e anche la mia vocina interiore continuava a ripetere: "non ti devi stancare, non puoi distruggerti di lavoro come sei solita fare, datti un limite altrimenti diventerà il solito tornado che si abbatte su questa famiglia". Insomma come un mantra mi ripetevo che si trattava di un giorno di festa e come tale andava affrontato.
Anche i pelosi hanno avvertito che qualcosa di malefico si stava abbattendo su di loro. Solitamente la mattina appena scendo mi accolgono con feste, mugolii, vocalizzi fino a quando non apro la porta per farli uscire in giardino.

Quella mattina... nulla! Dormivano... ma solo più tardi mi sono resa conto della loro finzione, allo stesso modo di quando al liceo i professori entrando in classe comunicavano l'intenzione di interrogare e alla successiva richiesta di disponibilità di volontari, la maggior parte di noi si intratteneva istantaneamente a cercare qualcosa di importante e misterioso dentro lo zaino, nell'astuccio, sotto il banco, per terra... convinti comunque che il prof avrebbe capito l'importanza di quella ricerca disperata e ci avrebbe esonerato dalla ghigliottina dell'interrogazione (cosa che ovviamente non accadeva!). Ecco, quella mattina i nostri pelosi erano così e io c'ero quasi cascata! Ho pensato che fossero troppo stanchi, ancora assonnati e forse non era il caso di sottoporli allo stress della toelettatura. Nemmeno questo, però, mi ha fermata!
Ho promesso loro che non sarebbe stata una toeletta completa tipo con pulizia denti, orecchie, taglio unghie e pelo tra i polpastrelli ma solo un semplice e piccolo bagno pieno di buoni profumi e balsami.
Il primo martire della giornata è stato ovviamente Ozzy, il mio patatone, che si è dimostrato paziente e disciplinato. Si è lasciato pettinare il folto pelo, vittima della muta stagionale, prima di essere messo in vasca per il bagno, poi, finito il lavaggio, ha subito pazientemente la prima asciugatura, compito esclusivo di Giangi che con i panni in microfibra toglie la maggior parte dell’acqua dal pelo facilitando moltissimo quella a phon, la seconda asciugatura fatta con teli spugna e vigorosi strofinamenti che facciamo sembrare un misto coccole e gioco e poi, per ultima, la
vera tragedia! Il soffiatore!!! E qui la domanda mi viene spontanea: sono strumenti professionali per toelettatura, quindi studiati appositamente per gli animali. Ma perché non farli un po’ più silenziosi?!?!?!? Il getto d’aria molto intenso per asciugare velocemente già li spaventa moltissimo ma il rumore… è terrorizzante! E noi dobbiamo (o vogliamo) sempre essere in due così mentre uno li coccola l’altro intrattiene la dura battaglia con il mostro soffiante. Ecco, Ozzy ha subito tutto questo con molta pazienza e indulgenza nei nostri confronti guardandoci un po’ perplesso con i suoi grandi occhioni come voler dire che si lasciava fare tutto questo solo per amore perché il senso proprio gli sfuggiva. Ed è per questo che ha vinto il premio come miglior “sopportatore” della famiglia pelosa. 
Ora parliamo del peggiore… che dire, vorrei sorvolare perché si tratta di una Pembroke e poi si potrebbe pensare che scrivo “i Cardigan sono bravi perché sono miei mentre i Permboke sono i peggiori perché sono di Giangi”, un po’ come avviene per i figli... Scherzi  a parte nella nostra famiglia non ci sono i miei e i suoi e usiamo questa tecnica di ricatto psicologico, giocosamente, quando i pelosi combinano qualche guaio. Tornando al peggiore del washing day, il titolo è andato a Mawi che ci ha fatto impazzire dal momento in cui l’abbiamo messa in vasca fino al momento in cui è scesa dal tavolo finita l’asciugatura. E noi? Sembravamo usciti direttamente da un programma di centrifuga della lavatrice: completamente bagnati, scompigliati a affaticatissimi!

Ma circondarsi di masse pelose fluttuanti ed emanati delicate fragranze è davvero una gioia. Coccolarli puliti e profumati è terapeutico e infonde una serenità che quasi rintrona… chissà se loro comprendono che tutto quel disagio gli è valso giorni e giorni di coccole supplementari e sopporterebbero di nuovo quello strazio a fronte di tutti i premi in crocchette e coccole ricevute?

Non ne sono certa ma vedendo le loro facce beate dopo la tempesta e mentre si fanno strapazzare di baci mi viene da pensare di sì.

martedì 14 giugno 2016

Ciao India...

Non è facile descrivere una Corgina come India perché lei era tutto e il contrario di tutto.

Fin dalla sua venuta al mondo dove sembrava morta e invece non lo era…
E’ nata nel mese di Novembre, a metà del mese di Novembre, e la sua mamma, Lara, la notte che decise di far nascere lei e i suoi fratellini pensò bene di scegliere in autonomia il luogo e il momento.
Le nostre abitudini familiari ci consentono di controllare più accuratamente i nostri pelosi che per qualche motivo richiedono particolari accorgimenti e questo semplicemente perché Giangi è un nottambulo e non si corica mai prima delle 3 – 4 del mattino, mentre io perdo conoscenza alle 9 di sera ma alle 6 del mattino, con il canto del gallo, sono già sveglia e pronta a l’azione.
Ecco, tutto è accaduto in quelle due ore o poco più in cui entrambi dormivamo.
Quella sera Lara era stata fatta uscire per ultima proprio per non lasciarla poi troppo a lungo in casa prima di uscire nuovamente ma al momento di rientrare non ne aveva proprio voglia. Era visibilmente irrequieta, nervosa, agitata ma sono condizioni normali per una Corgina così vicina al parto. Giangi allora decise di attendere un po’ e lasciarla girare in giardino ancora qualche minuto anche per darle modo di fugare eventuali dubbi su strani rumori che poteva aver sentito ed essersi perciò allarmata. Si sa che di notte i cani sono molto più guardinghi e solleciti ai rumori e alle stranezze di qualsiasi tipo, pertanto poteva essere questo il caso, poteva aver sentito la presenza di qualche animale ed essersi allarmata più del solito proprio per la condizione in cui si trovava.
Forse poi aveva cercato di rientrare ma Giangi non poteva averla sentita perché si era addormentato.

Qualche ora dopo, al mio risveglio, sapevo di doverla controllare prima di ogni altra cosa ma nella sua cuccia non c’era e nella stanza nursery nemmeno. Il giardino era il luogo successivo dove dovevo controllare e dopo averla ripetutamente chiamata senza alcuna risposta ho iniziato a cercarla in quei luoghi che potevano rispondere ai requisiti di “tana”, luogo sicuro dove poter far nascere i suoi piccoli.
Questo è un fatto strano ma comunque rientrante in una logica perfetta; anche le Corgine più ubbidienti (come Lara) quando devono adempiere ai loro doveri di mamme pensano innanzi tutto a proteggere i piccoli e poi, forse, a rispondere alle richieste umane.
La trovai con i suoi piccoli sotto alla siepe di recinzione in un anfratto scavato non so se per l’occasione o altro. Essendo Novembre il clima era freddo e i piccoli, passati velocemente in rassegna, li ho infilati nelle tasche della giacca per poter prendere in braccio Lara e portarli tutti in casa. Nel frattempo svegliai anche Giangi che iniziò a occuparsi dei piccoli mentre io mi occupavo della mamma.
I piccoli erano tutti gelidi e ipotermici il che significava, per dei batuffolini di poche decine di grammi, essere già o vicini alla morte. Infatti, questo sembrava India… sembrava non avercela fatta… era un piccolo pezzo di ghiaccio che venne deposto sopra il calorifero fin tanto che Giangi si occupava di rianimare quelli che erano visibilmente vivi. Li mise sotto l’acqua molto calda e dopo averli riscaldati in quel modo
li aveva strofinati un bel po’ per asciugarli e prolungare il tipico massaggio che riattiva la circolazione. Di India, dopo qualche occhiata che aveva apparentemente confermato la prima impressione, non si era più preoccupato tanto che era stata messa sopra un ripiano in attesa di potercene occupare più tardi. Finito di sistemare e pulire Lara le sono stati messi accanto e tutti al calduccio i suoi piccoli che si erano ripresi perfettamente. Ma nel tragitto dal bagno alla nursery, passando davanti al mobile dove si trovava la cucciolina inerte, Giangi vede, anzi ha l'impressione di vedere un piccolo fremito, un sussulto quasi impercettibile del corpicino lasciato in disparte perché ritenuto privo di vita. In un secondo realizza che la piccola Corgina tricolore, nonostante il tempo trascorso al freddo e quello trascorso in casa apparentemente morta è ancora viva... ecco questo è stato l'ingresso nel mondo di India, con coraggio e determinazione! E in questo modo ha vissuto tutta la sua vita.
Credo sia stato il Corgi più anarchico che abbiamo mai avuto.
Cagnina con buonissimo carattere e molto affettuosa e ubbidiente in apparenza ma in realtà volitiva, testarda e insofferente a ogni imposizione. Non c’è mai stato luogo che abbia potuto contenerla e nemmeno i momenti di maternità hanno modificato questo lato del suo carattere. Accudiva discretamente i suoi piccoli nelle prime 24 ore e poi era già pronta per nuove avventure e non c'è mai stato verso di farle capire il contrario. Per non parlare della scelta dei padri dei suoi piccoli... sempre e solo scelti da lei!!! Impossibile calcolare il momento giusto dell'estro e qualsiasi calcolo facessimo, con lei e solo con lei, non è mai stato azzeccato! In nessuna delle sue gravidanze siamo riusciti a scegliere il compagno ideale. Fortuna ha pensato di accoppiarsi
solo con Corgi e non è andata a cercare un padre altrove e per carità i mariti che lei ha scelto in linea di massima sono stati quelli che le avremmo proposto ma magari non proprio nella sequenza scelta da lei. A parte questo piccolo particolare ha fatto dei figli bellissimi dando il meglio della sua importantissima genealogia.
Ha vissuto la sua esistenza con l'acceleratore al massimo, sembrava avere la necessità di vivere velocemente e intensamente quasi sapesse fin da sempre che la sua vita non sarebbe stata lunghissima.
Sapevamo che la sua audacia e incoscienza prima o poi le avrebbe causato dei problemi, che saltare staccionate, balconi e recinzioni le sarebbe costato ben più di due ernie delle quali abbiamo dovuto operarla nel corso degli anni. In realtà è bastato molto meno, semplicemente una corsa fatta a freddo, la mattina, appena uscita in giardino. Una corsa che l'ha paralizzata completamente partendo dalle zampe posteriori, passando per vescica e sfintere per arrivare nel corso di 24 ore a paralizzare anche le zampe anteriori. Inutili gli accertamenti con più di un veterinario, la diagnosi è stata unanime e senza possibilità di ulteriori tentativi se non la triste e dolorosa decisione di metterla a nanna per sempre.
Inutile soffermarsi sulle dolorose scelte che ci vedono attori nella vita dei pelosi che amiamo.
Ci siamo sforzati di sembrare sereni perché fino al momento in cui non ha chiuso gli occhi ha continuato a guardarci per capire cosa stava accadendo e se è vero che gli ormoni che produciamo a seconda degli stati d'animo hanno un odore facilmente riconoscibile dai cani, lei ha percepito perfettamente la paura e il dolore che avevamo nel cuore al di là del sorriso e le parole dolci che stavamo profondendo.


Questa è la storia di India, una Corgina che pensavamo sarebbe diventata un bellissimo Corgioletto (Corgi angioletto) se non fosse stato che il destino aveva già tessuto per lei una trama diversa e che con il giusto ordito avrebbe dato vita a una delle Corgine più impavide che abbiamo mai conosciuto perché fin dal primo istante di vita, dietro ai suoi scurissimi e dolcissimi occhioni si nascondeva un temperamento da amazzone... ecco questa è stata India... una guerriera!

giovedì 5 maggio 2016

Arrivi e Partenze...

Avere così tanti cuccioli contemporaneamente, in tanti anni, non era mai accaduto…
D’altra parte non ci era mai accaduto nemmeno di adottare nove cuccioli orfani e invece…
Tutto è iniziato quando abbiamo programmato le cucciolate di quest’anno e abbiamo deciso che Paki avrebbe dovuto fare i bimbi con Kal perché sapevamo sarebbero stati bellissimi e Iggy si sarebbe sposata di nuovo con Ozzy, vista la bellissima esperienza e l’ottimo risultato qualitativo della loro prima cucciolata. Speravamo che in qualche modo le date dei due parti non coincidessero, anche se dopo qualche rapido calcolo avevamo capito che sarebbero state molto vicine e probabilmente sovrapposte. Abbiamo comunque pensato che potesse andare bene poiché, a prescindere dal punto di vista dal quale si guardava la faccenda, il risultato non sarebbe cambiato poi di molto. Avere nello stesso periodo due cucciolate di età differenti può essere per certi versi meno impegnativo. Questo perché, nel momento in cui la prima richiede impegno maggiore poiché è già iniziato lo svezzamento, l’altra è ancora completamente seguita e accudita dalla mamma. Diversamente, avere entrambe le cucciolate della stessa età comporta una mole di lavoro maggiore ma per un periodo minore. Alla fine l’impegno è lo stesso: variano solo durata e intensità in maniera inversamente proporzionale.
In ogni modo i nostri piccoli, i bellissimi bimbi di Paki e di Iggy, sono nati come da previsione e “come volevasi dimostrare” a un giorno di distanza gli uni dagli altri in un trambusto generale: i piccoli adottati erano arrivati solo da qualche giorno e Giangi era totalmente assorbito da loro, ma nonostante tutto questo una nuova nascita riesce sempre a sorprenderci e stupirci. La trepidazione con cui si segue la gravidanza di una futura mamma ha qualcosa di magico e di speciale... perché prodromo di un evento speciale.
La nascita dei piccoli poi è gioia pura, con quell’alternarsi di aspettativa e conferma gioiosa ad ogni nuovo nato. Credo sia proprio questa la bellezza dell’attesa della nascita dei cuccioli… non sapere cosa la natura ti riservi fino all’attimo in cui non lo vedi.
I Pakini e gli Iggyni (definiamo una cucciolata con un vezzeggiativo diminutivo del nome della mamma) sono stati per me cuccioli speciali, anche se in verità non ricordo di aver avuto piccoli che non lo siano stati. Forse perché li ho seguiti quasi completamente da sola fintanto che i cuccioli rimasti senza mamma non hanno raggiunto i 25 giorni di vita e restituito finalmente mio marito al resto del mondo. Solitamente ci alterniamo e abbiamo compiti diversi nell’accudimento dei piccoli, ma questa volta è stato diverso e così mi sono ritrovata a seguire pakini e iggyni praticamente in solitaria. La cosa non mi è dispiaciuta affatto e mi riempie d’orgoglio quando al suono della mia voce i piccoli si attivano immediatamente correndomi incontro, oppure quando sono nella loro stanza e udendomi passare vicino piagnucolano per chiamarmi. I primi giorni sono stati pura propedeutica; a quell'età i cuccioli ancora non ti
conoscono: si lasciano toccare, prendere, maneggiare ma non interagiscono poiché la mamma è l’unico e insostituibile punto di riferimento. Poi, un po' alla volta, giorno dopo giorno ti accorgi che qualcosa cambia: mutano atteggiamento, iniziano a fidarsi, finalmente ti riconoscono e ognuno di loro inizia un singolare e personale rapporto con te, a seconda delle proprie sfaccettature caratteriali. Questa cosa mi piace tantissimo perché proprio in quel momento i cuccioli si rivelano nel loro essere, con il carattere donatogli da un patrimonio genetico definito, sul quale nulla è possibile e che nessuna interferenza potrà sostanzialmente modificare. Così come le simpatie e le antipatie, cuccioli con i quali senti di avere un rapporto speciale e altri meno. Insomma, la definizione delle loro straordinarie personalità, questo è ciò che io ricordo di loro: i loro tratti distintivi…
Non posso scordare Sky che era sempre l’ultimo della fila e se in apparenza poteva sembrare che questo accadesse per timidezza alla fine si scopriva che era solo per potersi fermare a giocare con i “grandi” e fatalità sempre e solo con il suo papà, Ozzy. Oppure Aldo, che pur essendo il più grosso tra i fratelli ha dimostrato un temperamento da “mammolone”, affettuoso e sbaciucchione, tanto da abbandonarsi tra le mie braccia come una bambola di pezza. Cola, la bimba più grande, così ubbidiente che fin da piccolissima, tra lo scatenamento generale dei fratelli, si sedeva a guardarmi in attesa di un mio gesto. Insomma potrei continuare un bel po’ a raccontare i miei piccoli ed è proprio a questo che penso, con nostalgia, in questi giorni in cui hanno iniziato le loro nuove vite nelle nuove famiglie.
Ed è con questa bellezza negli occhi che li ho lasciati andare… Sono andati con gioia, pensando a quanto amore doneranno e riceveranno, ma hanno lasciato anche un velo di tristezza perché mi sono staccata da loro con la consapevolezza che il nostro tempo è finito e ora per entrambi sarà un tempo diverso.


martedì 15 marzo 2016

I Corgicuccioli nati con un grandissimo Corgiangelo Custode

La Corgina che ha messo al mondo queste 9 meraviglie si chiamava Cilli... sì, ho scritto proprio "si chiamava", perchè purtroppo se n'è andata nel compiere il più estremo e supremo atto d'amore, mettere al mondo i suoi piccoli.

Cilli era una corgina affidata qualche anno fa a una bella famiglia, bella come tante, come tutte quelle alle quali decidiamo di affidare i nostri piccoli, con la voglia di far cresce il proprio cucciolo bipede in compagnia di un amico a quattro gambe, con molte aspettative e soprattutto con tanta voglia di prendersi cura di un piccolo Corgi.
Era una pelosona simpatica e allegra e i suoi bipedi avevano deciso che l'esperienza della maternità, prima della sterilizzazione, sarebbe stata gratificante sia per lei che per loro. L'idea di avere per casa dei piccoli chiassosi impertinenti un po' li spaventava per la mole di lavoro che sicuramente li attendeva ma, pieni di entusiasmo per l'esperienza che avrebbero vissuto con l'obiettivo sicuro di aumentare la loro famiglia con uno dei cuccioli che la loro amata corgina avrebbe generato, decisero di intraprendere questa impresa certi che alla fine l'impegno e la fatica sarebbero stati ripagati con tanta gioia e amore.

Ed è così che la Vigilia di Natale, armati di tanti buoni propositi, sono venuti dalla Toscana fino in Veneto, o meglio in Friuli perché il nostro vet specialista nella riproduzione si trova lì, per far convolare a nozze la dolce Cilli con il nostro super Kal!
Momenti importanti... è davvero emozionante vedere nel monitor del vet schiere di piccoli spermatozoi fluttuare frettolosi nel liquido seminale in attesa di partire a razzo verso l'ambita meta e pensare che di lì a qualche ora il miracolo della riproduzione cellulare si compirà e più a lungo termine, in un paio di mesi, saremo spettatori della nascita di fagottini pelosi nati dall'inconsapevole (ma forse per nulla) corsa di quei piccoli girini.
Ci siamo lasciati con tutti gli auguri possibili: di Natale, di buon anno e per il futuro evento. Certamente inconsapevoli (noi per primi, che mai nella storia del nostro allevamento abbiamo vissuto un simile accadimento) di quale triste dono il destino ci stesse confezionando.
I due mesi di gestazione a seguire sono stati nella norma e pure le ansie di Simona, la mamma bipede di Cilli, che più si avvicinava la data del parto più aumentava il suo bisogno di rassicurazioni. L'ecografia, inoltre, evidenziò un numero di cuccioli incredibile, nove per la precisione e questo fece sentire Simona ancora più inadeguata di fronte all'ineluttabile e ormai prossimo parto della principessa di casa, la tanto amata Cilli. La consigliammo di organizzarsi per tempo prendendo accordi anche con un veterinario pratico di parti cesarei in modo che nell'eventualità Cilli avesse avuto qualche difficoltà, dal momento che partorire nove cuccioli non è cosa semplice, avrebbero avuto almeno la tranquillità di sapere a chi rivolgersi.
E così avvenne... L'ecografia il giorno prima del parto aveva evidenziato dei cuccioli molto grossi e per evitare complicazioni alla madre si decise di effettuare un parto cesareo. I piccoli, tutti e 9 erano davvero grossi e stavano tutti bene! Per Cilli, invece, il momento di riprendere a respirare in autonomia non è mai arrivato perché i suoi polmoni hanno avuto delle difficoltà e lei non si è più svegliata...
Non mi dilungherò nel descrivere il dolore della sua famiglia perché già quello provato da noi basta a farmi venire il nodo alla gola e se ripenso alla telefonata con cui attendevamo la notizia del lieto evento la quale è stata invece dell'intensità di una bastonata in faccia ancora mi si stringe il cuore.
Com'è labile il confine tra la gioia e il dolore! L'equilibrio precario delle emozioni a volte mi fa davvero pensare che sarebbe meglio non provare nulla... nessuna gioia ma anche nessun dolore. Per fortuna sono solo pensieri e alla fine credo ogni esperienza valga la pena di essere vissuta nella sua completezza, anche se il dolore a volte è un corrispettivo da pagare talmente elevato da farci pensare di non potercela fare...
Tornando ai piccoli rimasti senza mamma abbiamo realizzato credo in una manciata di secondi che se non prendevamo in mano la situazione sarebbero morti anche loro in pochissimo tempo e così è stato che la sera già si trovavano a casa nostra con una balia eccezionale.
Pina all'arrivo dei nove piccoli affamati e disperati era con i suoi due bimbi grandicelli di quarantatre giorni. Non aveva più moltissimo latte perché i suoi piccoli erano ormai svezzati da un po'. Quando le abbiamo presentato i piccoli orfanelli ha esitato e i suoi occhi sembravano dirci chiaramente che stavamo sbagliando, che quelli non erano i suoi bimbi e che il suo compito lo aveva già assolto.
Francamente mi ha fatto tantissima tenerezza, ma non avevamo molta scelta e il caso voleva che lei comunque avesse cresciuto solo due cuccioli, con un dispendio di energie quindi abbastanza esiguo. Per sua fortuna inoltre il latte che produceva era ormai pochissimo e sarebbe bastato, assieme alle cure profuse, giusto a farla identificare dai cuccioli come figura materna. Sfortunatamente per noi invece abbiamo dovuto iniziare fin da subito ad allattarli ogni due o tre ore al massimo, con un dispendio di energie che ancora si protrae e con mille preoccupazioni per la loro salute. Pina da brava corgina quale è ha trovato subito il giusto equilibrio. Non è una mamma eccezionale per questi piccoli, perché non li accudisce in modo completo ma va da loro di sua volontà, senza doverla costringere e questo emotivamente ci aiuta moltissimo ed è riuscita comunque a seguire anche i suoi due piccoli che ora hanno più di settanta giorni e si stanno preparando per raggiungere le rispettive nuove famiglie.
Quando parliamo dello spirito cooperativo dei Corgi secondo me parliamo proprio di questo: comprendersi e agire senza spiegazioni, perché è questo che lei ha fatto in un momento disperato in cui non sapevamo bene cosa fare né cosa ci attendeva. Lei, a testa bassa come noi, ci ha aiutato in questo incredibile lavoro di squadra.
I piccoli di Cilli fanno una tenerezza infinita... ora hanno 22 giorni e ne dimostrano la metà. Faticano a prendere peso, in compenso hanno dovuto affrontare un sacco di avversità, prima e gravissima fra tutte un'intolleranza al latte artificiale... insomma la loro, poveri piccoli, è una strada decisamente in salita! Però questi nove tenacissimi corgini non hanno mai mollato un attimo e fin dalla nascita, quando sono venuti al mondo grossi e sani proprio per poter fronteggiare questo inizio tortuoso, hanno dimostrato di avere il carattere combattivo della loro mamma che percepisco essergli accanto come Corgiangelo Custode.
Ora siamo molto ottimisti, i giorni critici per eccellenza sono passati e nonostante le difficoltà che giorno dopo giorno si presentano e presenteranno non possiamo non riconoscere in loro una voglia indicibile di farcela, talmente grande da essere loro in alcuni momenti ad infondere a noi coraggio e determinazione ed è per questo sono convinta ce la faranno... forza piccoli, facciamo il tifo per voi!
 
 
 
 

lunedì 15 febbraio 2016

"Da oggi ci sono anch'io!" - Quando un cucciolo Welsh Corgi arriva in famiglia...

È importante che l'arrivo in famiglia di un piccolo, tenero e amorevole batuffolo peloso e piagnucoloso non ci faccia perdere di vista l’importanza di soddisfare i suoi bisogni e le sue esigenze in maniera idonea. La maggior parte delle volte nell’affannosa e deleteria ricerca di appagare ogni sua presunta necessità agiamo come se i bisogni fossero i nostri.
Nulla è più tenero e commovente che riversare affetto, dedizione e aspettative su quel piccolo cucciolo peloso con le sue zampine troppo corte che infondono infinita tenerezza.
Ed è proprio da qui che iniziano le incomprensioni con il nostro tanto atteso e già tanto amato piccolo amico! Dal tentativo di comunicare con lui attraverso il linguaggio umano, volerlo educare attraverso una comunicazione che non è in grado di comprendere perché non appartiene a lui ma a noi, con l'unico presuntuoso e deludente risultato che pensiamo non ci capisca quando invece siamo noi che non capiamo lui, essere sociale per eccellenza, nel caparbio tentativo di insegnargli concetti con un linguaggio a lui sconosciuto.
E come faremo a rispettare le sue necessità e a farlo crescere in maniera equilibrata sia mentalmente che fisicamente se non ci sforziamo almeno un po'  a comprendere che si tratta di una specie diversa dalla nostra e per la quale devono essere utilizzate forme di comunicazione differenti? Quando un cucciolo arriva nel suo nuovo gruppo (famiglia) la cosa più importante per lui (non dimentichiamo che in natura questo è vitale) è riuscire a inserirsi in questo branco e individuare un punto di riferimento (capobranco) che gli infonda sicurezza esattamente nello stesso modo in cui la sua mamma lo ha accudito ed emotivamente  contenuto nel periodo neonatale.
Più la mamma sarà stata presente nei primi sessanta giorni della sua vita fornendo sostegno sicuro al cucciolo, più lui riuscirà a essere un adulto autonomo e capace di controllarsi. La madre non è solo colei che lo nutre e protegge ma anche un porto sicuro in cui tornare e allo stesso tempo un filtro efficace nei confronti del mondo che in questo modo insegna la socializzazione, la conoscenza, l’autocontrollo e tutto questo per diventare un adulto autonomo e senza paure.
Allo stesso modo, dopo i sessanta giorni di vita, quando non può più contare sulla sua mamma ed è all’inizio dello sviluppo comportamentale, necessita di una guida alla quale rivolgersi quando è in difficoltà e con la quale collaborare nel momento in cui serve. Avere un punto di riferimento per un cucciolo è importante per la sua crescita emozionale e per affinare le proprie capacità cognitive in modo da diventare un Corgi-adulto equilibrato. Se questo non avviene, se ci comportiamo in modo errato inviando al nostro compagno peloso messaggi contrastanti i risultati potranno essere diversi fino ad arrivare a stimolare, in alcuni di loro, l'aspetto competitivo più che quello collaborativo.
Il filo che divide il concetto di dominanza con quello di collaborazione sembra sottile ma in realtà è molto molto consistente e un bravo capobranco quale dobbiamo essere con i nostri peolsi è autorevole ma mai autoritario.
In generale i cani hanno una parte cognitiva e una emozionale e le loro risposte comportamentali sono legate alle diverse esperienze; hanno un'intelligenza che gli permette di acquisire conoscenze e di utilizzarle poi per risolvere i problemi e adattarsi all'ambiente in cui vivono.
Ecco perché è fondamentale che il cucciolo sia partecipe di tutte le attività della famiglia perché in questo modo sarà in grado di costruire il suo personale bagaglio di conoscenze che gli permetterà di essere membro equilibrato e collaborativo all'interno del suo nuovo branco-famiglia. 
Dobbiamo sapere e mai dimenticare che i nostri Corgini (e tutti i cani in generale) hanno lo stesso progenitore del lupo, animale con il quale dividono molto più che una parte sostanziale del DNA, ma del quale ricalcano azioni e schemi mentali tipici di varie fasi della crescita. Per meglio dire, ogni razza selezionata dall'uomo raggiunge un’età mentale precisa e diversa da razza a razza ed è sovrapponibile a un preciso periodo della vita del lupo.
La maggior parte dei nostri amici quattro zampe raggiunge, in età adulta, un’età mentale che è paragonabile  a quella di un bimbo di 2 – 3 anni, ma alcuni vanno ben oltre e i Corgi sono tra le poche razze che raggiungono un’età mentale corrispondente a quella di un adolescente di 16 - 17 anni.
Sapere questo è importante quando si decide di aggiungere un membro peloso a quattro zampe in famiglia perché, nonostante la maggior parte delle persone decida in base al senso estetico, la vera scelta dovrebbe essere fatta sulle peculiarità caratteriali della razza e questo proprio per non avere sorprese future e poter sviluppare con il nostro nuovo compagno una duratura empatia. È un cane intraprendente e pertanto non bisognoso solo delle nostre attenzioni ma di far parte in modo attivo della famiglia con compiti e incombenze come ogni membro del "branco" e sottovalutare le attitudini per le quali la razza è stata selezionata o peggio ancora relegarlo in zone o luoghi in cui non possa esternare e sviluppare le sue peculiarità significherà renderlo un Corgi infelice.
È oltremodo importante, quindi, comprendere fin da subito il linguaggio corretto per comunicare con un Corgi anche quando ci troveremo di fronte un cucciolo di pochi mesi di vita che attende impaziente e speranzoso di far parte della sua nuova famiglia nella quale poter contribuire attivamente con il ruolo a lui più idoneo fino a diventare il compagno fedele, del quale tutti sappiamo poterci fidare ciecamente e che fin da quel lontano giorno, quando era ancor un batuffoletto peloso,  mentre noi faticavamo a  comprenderlo, lui aveva  già deciso che ci avrebbe amati per sempre.