martedì 6 settembre 2016

Ferragosto... washing day a Corgilandia!

Capita di alzarsi la mattina e sentirsi addosso energie per ribaltare il mondo! No???

Bè, il giorno di Ferragosto, ho pensato fosse il giorno giusto per lavare qualche peloso... "giusto uno o due al massimo", ho detto a Giangi a colazione nei nostri discorsi mattutini. E dovevo capirlo dal suo sguardo disperato che non mi credeva per nulla, anzi, lo sapevo benissimo ma fingevo di no. Lui già sapeva che l'idea di lavare un cane avrebbe avuto un effetto domino su tutto ciò che quel giorno si fosse messo sulla mia strada.
Sono partita con buonissimi propositi e anche la mia vocina interiore continuava a ripetere: "non ti devi stancare, non puoi distruggerti di lavoro come sei solita fare, datti un limite altrimenti diventerà il solito tornado che si abbatte su questa famiglia". Insomma come un mantra mi ripetevo che si trattava di un giorno di festa e come tale andava affrontato.
Anche i pelosi hanno avvertito che qualcosa di malefico si stava abbattendo su di loro. Solitamente la mattina appena scendo mi accolgono con feste, mugolii, vocalizzi fino a quando non apro la porta per farli uscire in giardino.

Quella mattina... nulla! Dormivano... ma solo più tardi mi sono resa conto della loro finzione, allo stesso modo di quando al liceo i professori entrando in classe comunicavano l'intenzione di interrogare e alla successiva richiesta di disponibilità di volontari, la maggior parte di noi si intratteneva istantaneamente a cercare qualcosa di importante e misterioso dentro lo zaino, nell'astuccio, sotto il banco, per terra... convinti comunque che il prof avrebbe capito l'importanza di quella ricerca disperata e ci avrebbe esonerato dalla ghigliottina dell'interrogazione (cosa che ovviamente non accadeva!). Ecco, quella mattina i nostri pelosi erano così e io c'ero quasi cascata! Ho pensato che fossero troppo stanchi, ancora assonnati e forse non era il caso di sottoporli allo stress della toelettatura. Nemmeno questo, però, mi ha fermata!
Ho promesso loro che non sarebbe stata una toeletta completa tipo con pulizia denti, orecchie, taglio unghie e pelo tra i polpastrelli ma solo un semplice e piccolo bagno pieno di buoni profumi e balsami.
Il primo martire della giornata è stato ovviamente Ozzy, il mio patatone, che si è dimostrato paziente e disciplinato. Si è lasciato pettinare il folto pelo, vittima della muta stagionale, prima di essere messo in vasca per il bagno, poi, finito il lavaggio, ha subito pazientemente la prima asciugatura, compito esclusivo di Giangi che con i panni in microfibra toglie la maggior parte dell’acqua dal pelo facilitando moltissimo quella a phon, la seconda asciugatura fatta con teli spugna e vigorosi strofinamenti che facciamo sembrare un misto coccole e gioco e poi, per ultima, la
vera tragedia! Il soffiatore!!! E qui la domanda mi viene spontanea: sono strumenti professionali per toelettatura, quindi studiati appositamente per gli animali. Ma perché non farli un po’ più silenziosi?!?!?!? Il getto d’aria molto intenso per asciugare velocemente già li spaventa moltissimo ma il rumore… è terrorizzante! E noi dobbiamo (o vogliamo) sempre essere in due così mentre uno li coccola l’altro intrattiene la dura battaglia con il mostro soffiante. Ecco, Ozzy ha subito tutto questo con molta pazienza e indulgenza nei nostri confronti guardandoci un po’ perplesso con i suoi grandi occhioni come voler dire che si lasciava fare tutto questo solo per amore perché il senso proprio gli sfuggiva. Ed è per questo che ha vinto il premio come miglior “sopportatore” della famiglia pelosa. 
Ora parliamo del peggiore… che dire, vorrei sorvolare perché si tratta di una Pembroke e poi si potrebbe pensare che scrivo “i Cardigan sono bravi perché sono miei mentre i Permboke sono i peggiori perché sono di Giangi”, un po’ come avviene per i figli... Scherzi  a parte nella nostra famiglia non ci sono i miei e i suoi e usiamo questa tecnica di ricatto psicologico, giocosamente, quando i pelosi combinano qualche guaio. Tornando al peggiore del washing day, il titolo è andato a Mawi che ci ha fatto impazzire dal momento in cui l’abbiamo messa in vasca fino al momento in cui è scesa dal tavolo finita l’asciugatura. E noi? Sembravamo usciti direttamente da un programma di centrifuga della lavatrice: completamente bagnati, scompigliati a affaticatissimi!

Ma circondarsi di masse pelose fluttuanti ed emanati delicate fragranze è davvero una gioia. Coccolarli puliti e profumati è terapeutico e infonde una serenità che quasi rintrona… chissà se loro comprendono che tutto quel disagio gli è valso giorni e giorni di coccole supplementari e sopporterebbero di nuovo quello strazio a fronte di tutti i premi in crocchette e coccole ricevute?

Non ne sono certa ma vedendo le loro facce beate dopo la tempesta e mentre si fanno strapazzare di baci mi viene da pensare di sì.