mercoledì 19 novembre 2014

Mi racconto con i Corgi...

Lo scritto di un’amica pubblicato sul social network un po’ di tempo fa mi ha fatto pensare e venire voglia di scrivere questo nuovo post. Proponeva alle persone appartenenti al gruppo di raccontare come erano arrivate ad amare il Corgi fino al punto di prenderne uno o addirittura più di uno. 

La mia esperienza è il realtà è legata a quella di Giangi poiché quando lo conobbi, lui già aveva da un paio d’anni il suo primo corgi, Clody, quello che poi sarebbe diventato il NOSTRO primo corgi.
Come la maggior parte dei bimbi anch’io durante l’infanzia ho desiderato tantissimo e mai ottenuto la compagnia di un batuffolo peloso e potrebbe sembrare una logica conseguenza la mia estrema felicità nell’innamorarmi dell’uomo della mia vita con relativo cane da sempre desiderato. Due desideri realizzati  in un colpo solo! Purtroppo non fu proprio così, non subito, perlomeno. Mi innamorai moltissimo di colui che, fin dal primo istante, capii essere l’uomo della mia vita ma il suo cane… il compagno che tanto avevo desiderato… non era esattamente ciò che speravo. E’ come sognare da sempre Robert Redford e poi riuscire solo a conoscere Denny De Vito… per carità, simpatico, brillante ma non bello, sicuramente bravo a recitare! Ecco il mio rapporto con un corgi è iniziato proprio così… non andavo pazza per il suo aspetto e i primi giorni in cui io e Giangi eravamo morosi chiedevo addirittura se poteva lasciarlo a casa accampando le più svariate scuse per nascondere, in realtà, l’imbarazzo di portare a spasso un cane così buffo; ma da subito mi sono saltati agli occhi gli innumerevoli pregi del suo carattere. Era discreto ma presente,  generoso  e affettuoso. Con Giulia la nostra primogenita è stato un compagno affidabile, paziente e mai insofferente alle angherie della nostra piccola bipede che anche con le migliori intenzioni e sotto la nostra supervisione a volte poteva essere un po’ molesta. Non ricordo il momento preciso nel quale il suo aspetto iniziò a piacermi ma ricordo con chiarezza (e ancora un po’ mi incazzo quando ci penso) che mi arrabbiavo moltissimo quando, durante le nostre passeggiate, veniva definito dalle persone nei modi più diversi che andavano dallo strano-buffo all’offensivo.
Qualche anno dopo portammo a casa dall’Inghilterra, Ambra (Shallianne Amber Nectar) quella che sarebbe stata la capostipite del nostro allevamento anche se ancora non lo sapevamo… Non riuscimmo mai a far diventare papà il nostro amato Clody, vergine lui e moooolto inesperti noi ma è stato comunque il nostro primo Corgi, per me il mio primo cane… sicuramente il più importante…
Quando invece noi (Giangi e Clody) incontrammo Chicca eravamo già un binomio navigato.  Dopo essere stato un bimbo a cui i genitori avevano sempre negato un cane (la prima richiesta ufficiale e ufficialmente inevasa di un cucciolo la feci a 4 anni), con la maggiore età e qualche soldo risparmiato grazie ai primi lavoretti finalmente mi portai a casa il mio Clody, alla faccia di mio padre, del quale ricordo lo sguardo sgomento e le seguenti parole la prima volta che lo vide: “Ma tu hai pagato per questo cane qui?”.
Diventai un felice simbiotico: dove c'ero io, c'era il mio cane. Ovunque e qualunque cosa stessi facendo. In via ufficiale e accettata, oppure silente e carbonara il giovanotto mi seguiva proprio ovunque.  La stagione degli amori si sa però obnubila le menti ed è richiamo imprescindibile per tutti gli esseri viventi, e fu così che il nostro branco andò formandosi con l'ingresso di quella che sarebbe diventata la mia compagna, Chicca. Cosa io trovassi di straordinario in quel bipede femmina con i fluenti capelli neri probabilmente il mio Clody non se l'è mai chiesto, ma le ha aperto le porte del suo cuore velocemente, cosa rara per lui che  solitamente non prestava interesse agli estranei.
Poi venne pure la nostra prima “cucciola”, il nostro gruppo si ampliava a livello bipedi ma l'unico quadrupede restava Clody.  Credo che a un certo punto ci sembrò naturale conseguenza regalare un’amica, se non una compagna, anche a lui. Così arrivò Ambra e per un po' tutto sembrò sufficiente. L'appartamento in città, il nucleo famigliare misto. Che bellezza, l'obiettivo era raggiunto. Almeno lo credevo…
Ricordo con precisione il giorno in cui tutto precipitò. Me ne stavo seduto in salotto e tra le mani avevo l'ultima copia della Newsletter della Welsh Corgi League, appena ricevuta dal Club Inglese. In prima pagina l'editoriale si apriva con queste parole: “ Anche se le circostanze della vita vi limitano a possedere soltanto uno o due Corgi, potrete comunque godere delle gioie..... “ e via dicendo. LIMITANO? SOLTANTO?
Ecco, dentro queste due parole albergava il virus e io me lo sono beccato! E' contagioso, per fortuna l'ho attaccato subito a mia moglie. Altrimenti non ci saremmo salvati... e non  sarebbe stata vita!

mercoledì 1 ottobre 2014

Ciao Tala...


Tala ci è stata affidata da un amico allevatore e il nome originariamente scelto per lei era “Itala” di buon auspicio per la sua vita futura in Italia. A casa però per noi era diventata Tala a volte Taluchka come vezzeggiativo e coccolativo… eh già, da noi i nomi dei pelosi hanno un mucchio di varianti a seconda dell’occasione in cui dobbiamo rivolgerci a loro: Clody… Claudio… Topo, Puccio… Puccetto, Ozzy… Ozzino… Porzio (che non centra nulla ma è il nome con cui ci rivolgiamo a Ozzy quando abbiamo qualcosa di molto serio da dirgli), Orsa… Orsetta… Orsaccia…ecc
Era Agosto del 2003, un’estate caratterizzata da un caldo eccessivo iniziato a Maggio e terminato a fine Agosto con acquazzoni impressionanti proprio quando ci siamo messi in strada con il nostro vecchissimo camper, stile “figli-dei-fiori”, per andare a prenderla a Varsavia in Polonia.
Appena ci vide, pur avendo già sei mesi e vivendo con altri cani tra cui la madre e una sorella, ci adottò istantaneamente forse avvisata dal sesto senso che saremmo stati i suoi futuri compagni o forse sentendo che l’abbraccio con cui Giangi la coccolò la prima volta era per sempre - modalità di abbraccio che Tala adotterà solo con lui per tutta la vita...
Fummo ospiti dei nostri amici per qualche giorno e durante la nostra permanenza non si stacco mai da Leonardo, che al tempo non aveva ancora sei anni e che giocò con lei per quasi tutto il tempo. L’istinto materno che aveva dimostrato fin da cucciola, o meglio il saper riconoscere i tratti somatici dei cuccioli (in quel caso quelli di mio figlio) sarà una caratteristica che l’accompagnerà per tutta la sua vita.
Il suo aspetto non tipicamente corgesco, taglia grande e di colore sabbia con molte carbonature nere,  le fece guadagnare il soprannome di “faina” proprio per la somiglianza con quest’ultimo animale soprattutto da cucciolona, in quel periodo della crescita in cui le sproporzioni li rendono particolari… nel suo caso magra, lunghissima e con un colore così strano!
Caratterialmente tenace, affettuosissima e tenerissima con qualsiasi umano ma senza alcun dubbio femmina alfa e vista la sua mole non ebbe mai nessun problema a farsi rispettare da chiunque di pari specie. Unica eccezione i suoi figli ai quali concedeva perfino di mangiare nella sua ciotola, gesto che a qualsiasi altro cane avrebbe causato morte immediata per sgozzamento!
La cosa che più ci ha strabiliato in lei e che in molti anni di allevamento non abbiamo riscontrato in nessun’altra mamma-corgi (se non occasionalmente) è stata la capacità di riconoscere i suoi figli anche dopo molti anni.
Capita spesso che i nostri bambini nel corso della loro vita vengano a trovarci accompagnati dai loro bipedi e nonostante i cani di casa li accolgano in maniera festosa non sempre le famiglie si riuniscono con successo, nel senso che la maggior parte delle volte non avviene, soprattutto dopo molti anni, il riconoscimento madre-figlio. Lei invece ha sempre riconosciuto i figli che abbiamo avuto modo di rivedere anche a distanza di anni e il riconoscimento era evidente proprio per la sua poca propensione all’espansione con qualsiasi animale che non fosse un suo figlio.
Quei figli tanto amati, che venivano partoriti deponendoli con dolcezza nelle mani di Giangi e nessun altro!
Tala se n’è andata in un pomeriggio soleggiato ma ventoso, preludio di un temporale come poche volte abbiamo visto nel corso degli anni che ci ha visti abitare in questo luogo e forse dello stesso tipo di quelli incontrati quando andammo a prenderla a Varsavia… quasi un presagio che ci annunciava che se ne stava andando nello stesso modo in cui era arrivata…
Purtroppo non se n’è andata da sola ma l’abbiamo messa a nanna perché la sua vita era diventata troppo dolorosa e poco dignitosa e mi rimarrà per sempre impresso nella mente il suo ultimo sguardo… affettuoso e sempre fiducioso quasi a confortarci per la decisione dolorosa che avevamo preso sostituendoci a Madre Natura, quel tipo di decisione, quel libero arbitro che ti lascia dentro molti dubbi ma ti costringe a riflettere, a pensare con perizia ai sentimenti per i nostri cani, alla qualità della vita che siamo stati in grado di offrirle, a fare valutazioni che pur ammettendo errori ti assolvono dal senso di colpa perché l’amore e il rispetto reciproco che ci ha legati è stata la cosa più forte e quella che ci porteremo dentro per sempre… ciao Tala…

 

lunedì 22 settembre 2014

Finalmente... vacanza!!!


Da tempo avevamo concordato con nostra figlia Giulia, che assieme al suo compagno Alessandro segue la nostra truppa pelosa quando ci allontaniamo da casa, questo piccolo periodo di vacanza e inizialmente la nostra destinazione avrebbe dovuto essere la Grecia.
Avevamo il desiderio di visitare questa bellissima terra da moltissimo tempo e l’amicizia nata con persone affidatarie di un nostro cucciolo unita al desiderio irrefrenabile di Giangi di acquistare dosi massicce di Halva, suo dolce preferito e introvabile in tutto il resto del pianeta, ci aveva convinto che la Grecia sarebbe stata la meta delle nostre vacanze di quest'anno. Ma alcune situazioni familiari-pelose contingenti e un po’ precarie non ci hanno fatto prenotare per tempo il volo aereo perché fino al giorno prima non sapevamo se saremmo riusciti a partire. Piccola parentesi: mi spiace moltissimo non essere riuscita ad andare in Grecia e conto di visitarla prima o poi ma vista la mia avversione per l’aereo e la propensione a portarmi appresso i miei cani organizzerò il viaggio in maniera diversa.

La nostra seconda scelta era stata Praga, città bellissima per architettura e tradizioni, e sembrava definitiva tanto che ho acquistato addirittura due guide della città per organizzare l’itinerario perfetto.

Alla fine poiché i giorni di vacanza si sono ridotti a cinque abbiamo deciso di rimanere in Italia, in modo tale da poter rientrare a casa il più velocemente possibile in caso di necessità e visitare, quindi, alcuni dei “nostri” luoghi incantevoli dove l’unica incertezza era l’imbarazzo della scelta.

Siamo in uno di quei periodi in cui ci si chiede cos'altro può ancora succedere prima di toccare il fondo e iniziare a risalire ma non mi pongo più certe domande sapendo, purtroppo per esperienza, che molto altro può ancora accadere, pertanto a testa bassa e con molta pazienza ci siamo predisposti ad attendere che la congiuntura astrale negativa, una sorta di Saturno contro, decidesse di passare.
Con una sonora scrollata di spalle per farmi ritornare il buonumore e la voglia di organizzare i preparativi per la partenza ho iniziato a ripassare mentalmente le mille cose da fare.

Sembra impossibile, ma che si rimanga fuori di casa cento giorni oppure uno solo le cose da organizzare sono sempre le stesse.  E sono sempre tantissime!!! Stabilire i turni di uscita ed entrata dei vari cani e lasciare un programma preciso per Giulia e Ale: India dorme con Pina ma non con Greta, Chivas dorme con Tala ma non ci mangia insieme perché lei per cibo ammazzerebbe chiunque, Iggy che è molto esuberante dorme con Rocco che riesce a tenerla tranquilla, le due cucciolone Jamy e Jacky dormono ancora con la mamma Greta, Orsa (la nostra guardiana pastore belga malinois) da tenere sotto controllo nell’uscita serale perché nonostante i suoi undici anni salta la recinzione per andare a fare scorribande notturne… insomma fogli e fogli con annotazioni di ogni tipo…
Aggiornare le dosi di pappa da somministrare: i cuccioli tre volte al giorno, gli anziani e i malaticci due e gli adulti una; quattro tipi di pappa diversi a seconda delle età e le necessità; i medicinali da somministrare a chi, come e quando… e considerato che i pelosi non prendono le pastiglie con un bicchiere d’acqua non è così facile convincerli; alcuni riesci ad ingannarli somministrandogliele con la pappa, altri con il pezzetto di carne, altri ancora con un pezzetto di formaggio)… insomma tabelle e lavagnette con liste infinite tra nomi, dosi, orari ecc… sparse per tutta la casa.
Persa nella vertigine delle mille cose da fare ho realizzato l’idea che portare con noi due dei nostri compagni pelosi avrebbe potuto alleggerire le incombenze di Giulia che già si sarebbe trovata a dover gestire una mole notevole di lavoro.

Quando andiamo in vacanza non sempre portiamo i cani con noi perché viaggiamo in aereo oppure siamo ospiti di amici, ma quando possono seguirci decidere chi ci può accompagnare non è scelta semplice, perché ci fa sentire in colpa con tutti gli altri.
Questa volta la decisione l'ho presa io facendola sembrare, ma solo apparentemente, necessaria. Ho deciso di portare con noi Ozzy e Anija, i miei cardigan, pensando che liberare mia figlia dalle bizze adolescenziali di Ozzy fosse cosa gradita. Anija è stata la logica conseguenza in quanto sua maestra di vita.

Il giorno della partenza, che è avvenuta nel primo pomeriggio, i due pelosi prescelti per essere i nostri compagni di viaggio erano agitatissimi quasi sapessero di dover venire con noi e Ozzy per tutta la mattinata ha piagnucolato e gorgheggiato e parlato dei suoi problemi... insomma non sapeva nemmeno lui cosa fare per attirare l'attenzione! Eppure non è cosa rara per noi preparare armi e bagagli per uscire di casa e anche quando si va solo a una esposizione sembra di partire per il campeggio mensile delle giovani Marmotte, carichi come siamo di mille borse e borsine, casse varie e sporte. Ma in quei casi i cani seguono i nostri movimenti con mezzo occhio aperto, senza muovere pelo alcuno!!!!

In auto si sono subito sistemati nel sedile posteriore assieme a Leo (e qui devo scusarmi con quanti ricevono da noi raccomandazione e consiglio di far viaggiare i loro amati pelosi nei super-sicuri-trasportini-omologati-a-norma-di-legge!) e anche se avevo predisposto per loro le cinture di sicurezza non sono mai state usate. Anija si è sistemata in un sedile laterale e ha dormito praticamente dalla partenza fino all’arrivo mentre Ozzy, seduto nel sedile di mezzo a testa alta come una piccola vedetta si rifiutava di abbandonarsi all'inedia! Non c’è stato verso di farlo stendere, in certi momenti aveva gli occhi chiusi e la testa ciondoloni ma all’ennesimo scossone, di soprassalto, si ripigliava senza mai cedere completamente al sonno!

Il posto scelto per la nostra permanenza è stato un bellissimo agriturismo in Lazio che ci ha messo a disposizione un “casaletto” in pietra molto affascinante e tipico con un giardino immenso dove i nostri ragazzi hanno potuto correre e giocare instancabilmente. Ogni fine giornata quando rientravamo dopo ore di auto e visite e camminate avevamo a disposizione questo luogo incantato dove poterci ritemprare e sia noi che loro ne approfittavamo in modo diverso per rilassarci e godere di tutta quella meraviglia rigenerante per gli occhi e l’anima. Loro si rincorrevano energicamente dando l’impressione che tutto l’affaticamento della giornata sparisse in un istante e non nascondo la mia ansia nel vedere Ozzy scatenarsi in quella maniera, ansia per la paura che potesse farsi di nuovo male alla zampa, ma forse anche per questo la magia di quel luogo è stata terapeutica. Noi in una sorta di trance meditativa ci perdevamo a guardare il tramonto pervasi da quella piacevole malinconia che i paesaggi e i loro colori evocano.

Gli scorci panoramici meravigliosi che ci hanno accompagnato in quei giorni li ho ancora impressi nei miei occhi… in qualsiasi momento e da qualsiasi parte volgessi lo sguardo potevo cogliere qualcosa di meraviglioso… panorama bellissimo di notte con la luna quasi piena a illuminare quei dolci declivi come all’alba con tutte le preziose tonalità del rosso e del giallo avvolte in soffici nuvole. Intorno a noi uliveti e campi di lavanda dove un vago colore viola lasciava intuire quale bellezza doveva essersi rivelata durante la massima fioritura. Il fattore dell’azienda, signor Maurizio, vista l’adorazione di Giangi per il loro olio d’oliva e la mia per l’olio di lavanda (mia fragranza preferita in assoluto… la metto anche ai cani con la scusa che tiene lontane le zanzare) ci ha rifornito di abbondanti scorte che continuano a ricordarci quei bellissimi giorni e lo faranno ancora per molto tempo.

I nostri ragazzi si sono comportati benissimo, ci hanno seguito nei ristoranti, nei musei (quelli in cui potevano entrare) e perfino in un castello medievale dove Ozzy, stranamente, ha passato la maggior parte del tempo ad abbaiare ostinatamente al nulla ma ogni volta un nulla diverso, sicché mi sono chiesta se non stesse per caso avvertendo la presenza di fantasmi che ancora vi dimorano.

Il rientro è stato un po’ mesto, abbiamo cercato di prolungarlo il più possibile trovando scuse per fermarci in ogni luogo che ci sembrava interessante tra le rimostranze di Leonardo, che trascorsi pochi giorni con noi aveva già raggiunto il livello massimo di sopportazione genitoriale e si era già accordato con gli amici per uscire la sera (come si vedono le cose in modo diverso a seconda dell’età!!!)

Nonostante la tristezza che ci permeava per la fine di questa breve ma emozionalmente intensa vacanza l’avvicinarsi a casa ci fatto iniziare a pensare ai nostri “altri” compagni pelosi che ci stavano aspettando e che non vedevamo da giorni. Certo, se da un lato pensare di re-immergersi nelle mille incombenze quotidiane ti fa mancare il respiro dall’altra la certezza che in tutto questo siamo accompagnati costantemente dall’energia vitale dei nostri pelosi è davvero rincuorante.

L’ingresso nel nostro vialetto è stato annunciato da abbai e ululati di ogni tipo che in occasioni come queste sono davvero incontrollabili… e arrivare a casa e trovare una truppa di Corgi festosi e scodinzolanti ad aspettarci, per non dire scatenati, saltanti e leccosi, è stata la cosa più super-bella della nostra già bellissima vacanza! 

domenica 7 settembre 2014

Raccontiamo... Rocco

Con l’esposizione nazionale di Sacile svoltasi domenica 17/08/2014 il nostro Rocco è diventato CAMPIONE ITALIANO. Questo dolcissimo Corgi ci rende davvero orgogliosi perché ha conseguito il suo titolo in sole sei esposizioni e, considerato che servono sei vittorie e relativi CAC per l'ottenimento del Campionato, il calcolo della qualità dei risultati del nostro giovane campioncino si fa in fretta!
Rocco è nato 3 anni fa e all’età di sei mesi, cucciolo molto promettente, lo abbiamo affidato a quelle che credevamo essere ”persone amiche”, residenti in un'altra nazione, affinché potessero esporlo e al momento opportuno usarlo per la riproduzione. Ma, una volta conseguito il Campionato del Paese in cui si trovava, diventò un vero problema riportarlo a casa. Queste vicissitudini lo hanno tenuto lontano da noi per un periodo più lungo di quello previsto e solo grazie all’aiuto di alcuni amici allevatori siamo riusciti a farlo tornare a casa dove la serenità e l’affettuosità sono tornati a essere alcuni dei suoi tratti caratteriali più
importanti. Qui oggi è il maschio di casa, giovane e forte eppure non fa mai pesare agli altri la sua leadership. Tenero e affidabile con i cuccioli, sicuro anche con gli altri maschi, non è certo il tipo di Corgi temerario e intraprendente come si potrebbe essere indotti a credere per l'entusiasmo che dimostra nel ring, compagno discreto ma non timido come si potrebbe pensare dal suo comportamento schivo con estranei, come quello di tutti i cani che non hanno frequentato troppi umani nel corso della loro vita. In realtà la confidenza e la frequentazione lo aprono alle persone senza alcuna reticenza e solo in questo modo si può comprendere fino in fondo la sua vera natura. 

Allegro, festoso e sempre felice di interagire... anche con la lingua, quando ci riesce, restituendo generose leccate di affetto sulla punta del naso. Nel suo cuore gentile nasconde una passione irrefrenabile per le spazzolate, che cerca e si gode senza mai esserne sazio... attitudine quanto meno inconsueta per un cane, come tutti i felici proprietari di quattrozampe ben sapranno!


A tutt’oggi è papà di due cucciolate delle quali siamo molto soddisfatti, tanto da lasciarci progettare cose importanti per il futuro anche se, ad essere sinceri, al nome di “Rocco” non si riescono proprio ad agganciare quei concetti che sembrerebbero ovvi riferimenti alla sua attività di stallone in rapporto al nome che porta e che riconduce al simpatico attore, famoso per le profonde pences dei calzoni. Proprio così, nella classifica ideale del nostro Rocco ai primi
posti ci sono “spazzola” e “coccola”, “patatina” invece viene abbondantemente dopo “carne” e “crocchette”. E, sia chiaro, solo in caso di fanciulla gentile tanto quanto lui, ampiamente consenziente e cooperativa, meglio se di casa o al limite non proprio una sconosciuta. Perchè certe cose, come si conviene, per Rocco non si fanno al primo incontro né tanto meno con la prima venuta! Insomma, anche se non siamo propriamente dei bacchettoni non ci sentiamo di biasimare il comportamento del nostro ragazzo... almeno fino al giorno in cui non ci chiederà i soldi per portarle “prima” fuori a cena!!!




Rocco - It Ch. CORGILANDIA RIALTO - 20/05/2011



(Otreks Last Horizon x Anwyl Takes Tutu Tango)









venerdì 29 agosto 2014

Benvenuti al Mondo!

Parlando di cuccioli e cucciolate si potrebbe pensare che dopo averne visti nascere un bel po’ venga meno la magia del momento. Ma non è così… 
Per chi ha scelto di intraprendere la strada dell’allevamento con la passione che la cosa richiede (e a mio avviso la passione dovrebbe esserci in ogni cosa che facciamo per renderci persone felici) l’attesa dei cuccioli è sempre un grande avvenimento che mobilita l’intera famiglia, pelosi compresi i quali sanno perfettamente riconoscere la situazione anche al momento del parto. L’attesa e le aspettative iniziano molto ma molto prima. Iniziano quando guardi la tua adorata bimba pelosa e inizi a pensare all’eventuale marito… e come quasi si trattasse di una figlia decidi che dovrà essere il miglior marito del mondo! Bellissimo, affidabile, affettuoso, equilibrato, geneticamente in ordine insomma un marito di prim’ordine! Sembra sempre che nessuno possa essere all’altezza… ma poi finalmente si trova il Brad Pitt peloso!!!!
Il periodo dell’attesa della nascita dei bimbi è un momento di ansia perché si ripercorre la scelta effettuata centinaia di volte riflettendo se non si è dimenticato nulla se tutto sta procedendo come dovrebbe, la pancia cresce, la futura mamma sta bene… insomma tutti dubbi e pensieri possibili.
E poi ci si prepara all’evento! Per quanto ci riguarda abbiamo una stanza all’interno della nostra casa che è stata destinata a nursery ed è lì che nascono e crescono i nostri bimbi.
 Prepariamo accuratamente tutto l’occorrente per il grande evento… la cuccia parto per la mamma con tutti i teli che serviranno, salviettine per asciugare i piccoli, forbicine per i cordoni ombelicali, bilancia per pesarli, quaderno per prendere nota dei pesi, dei colori e tutte le particolarità che ci potranno servire in futuro per la conoscenza del cucciolo. Solitamente si capisce che il momento è vicino perché la futura mamma inizia ad essere un po’ agitata, solitamente distrugge tutto ciò che si trova nella sua cuccia… tutti i teli accuratamente posizionati nella fase dei preparativi vengono ridotti in coriandoli nel tentativo anche da parte sua di preparare il giaciglio idoneo a far nascere i suoi bimbi. Ed è evidente che vediamo la cosa in maniera diversa ma lasciamo fare a lei anche quando si tratta di un primo parto perché sembra abbiano quella conoscenza ancestrale che le guida malgrado l’inesperienza.
Arriva finalmente la parte emozionante dove piccoli esseri pelosi bagnati e trepidanti si affacciano alla vita. Uno… due… tre… in un susseguirsi di gesti che ormai negli anni sono diventati quasi meccanici e che fortunatamente con l’abitudine ci hanno fatto perdere la paura di non saper affrontare la situazione.
Ma ogni volta la nascita di un cucciolo ci trova con lo stesso coinvolgimento, la stessa emozione e il respiro sospeso… lo prendi tra le mani, inizi ad asciugarlo strofinandolo con un po’ di vigore finchè non senti il primo piccolo guaito… allora è fatta! E’ vivo e finalmente pensi “benvenuto al mondo”! E la gioia e i commenti sempre gli stessi… “ma che colore meraviglioso”, “hai visto com’è vispo’”, “hai visto com’è tranquillo, proprio come il papà!”, “e questo quanto è grosso?!?!”, “e questo che è il più piccolino e sembra indifeso lo terremo sempre con noi!”… insomma mille pensieri gioiosi che iniziano a prendere forma in previsione del loro futuro.

Quando il parto è finito si procede con la pulizia della mamma e della sua cuccia, si sistemano i bimbi i quali immediatamente iniziano a “nuotare” verso di lei per garantirsi la pappa e lei a sua volta inizia ad accudirli con gesti sicuri come se avesse sempre fatto solo quello.
In quel momento si ha la sensazione che un altro piccolo miracolo si sia avverato… guardiamo ancora un attimo i nostri piccoli che con frenesia succhiano il latte, la loro mamma spossata ma serena dopo il lungo parto… per lasciarli tranquilli spegniamo la luce e intanto si accende la vita!

venerdì 15 agosto 2014

Aiuto, il mio cane è zoppo!!!

  Il Corgi è una cane rustico e generalmente con una buona salute ed è per questo, grazie al cielo, che la mia esperienza alla voce "malattie e malanni di vario genere" è davvero scarsa. 

  Ecco perché, quando il mio Cardigan qualche mese fa ha iniziato a zoppicare, non ho dato molta importanza alla cosa pensando si trattasse di un affaticamento temporaneo dovuto anche alla notevole crescita avvenuta in un arco di tempo molto breve.
  La cosa è iniziata il giorno della festa del 30º compleanno di mia figlia Giulia. Una bella e calda giornata di tarda primavera che ci ha visti tutto il giorno in giardino a festeggiare in compagnia di amici, parenti e ovviamente tutti i nostri pelosi ai quali non è parso vero approfittare della presenza di numerosi bipedi per farsi coccolare e riempire di complimenti per tutto il giorno.
Ozzy era nel gruppo degli scalmanati e sinceramente di tanto in tanto mi era venuto il dubbio che fosse meglio farlo rientrare in casa per metterlo a riposo; era forse una sorta di messaggio subliminale che ricevevo e da chi?!? Ripensandoci non si trattava proprio di un messaggio subliminale ma di una reale "cosa" grigia e pelosa che a intervalli più o meno regolari sfrecciava irrompendo nel mio campo visivo con la velocità di un treno! Era Ozzy, ora soprannominato "freccia argento", che si scatenava con tutta l'energia che solo i cuccioli di quell'età riescono ad avere con il piccolo particolare che a cinque mesi pesava 14 chilogrammi e non perché fosse sovrappeso ma perché destinato a diventare un cagnone di taglia importante. 

  Come già detto avevamo avuto la sensazione che si stesse stancando troppo ma i nostri compagni a quattro zampe erano tutti così felici di partecipare alla festa che sarebbe stato tristissimo dover fare rientrare solo lui perché ancora troppo piccolo per partecipare alle cose dei grandi!!! Ma poiché siamo umani e ragioniamo in tal senso non sempre facciamo la cosa migliore per loro ma quello che pensiamo possa esserlo.
  Risultato: dal giorno dopo il mio piccolo (si fa per dire...) batuffolo(ne)grigio quando si alzava per iniziare a camminare manifestava una lieve zoppia che poi cessava proseguendo nel movimento. Tenuto sotto controllo un po' di giorni e visto che il suo malessere non migliorava abbiamo deciso di consultare un veterinario ortopedico il quale, dopo accurata visita, ci ha rassicurato sulle varie patologie possibili confermando invece che si trattava di una distorsione procuratasi nella giornata trascorsa a correre e saltare come un pazzo!

Durante il primo anno di vita il cucciolo infatti cresce moltissimo. Per consentire che questo accada armonicamente, tutto in lui è molto "morbido": le ossa, le cartilagini, i legamenti. I nostri amati Corgi lo sono ancora di più per la particolare conformazione di spalle, arti e la particolarità del movimento. Nel caso di Ozzy poi il rischio era in assoluto aumentato dalle dimensioni del nostro patatone grigio in rapporto alla sua età.
Il suo trauma non era da sottovalutare perché se non risolto poteva cronicizzarsi rischiando di lasciarlo praticamente zoppo per il resto della vita. 
  Le mille prescrizioni e raccomandazioni che ci fece sembrarono scrupolose ma un tantino esagerate... solo dopo qualche giorno realizzammo l'impossibilità di tenere a riposo forzato un cane, soprattutto di questa età, e questa era stata la prescrizione principale che il Vet ci aveva fatto! I giorni che seguirono mi gettarono in uno sconforto totale... mi sembrava un segno del destino... possibile che il cane che avevo tanto desiderato e che ero riuscita ad avere soltanto dopo anni di attesa e che mio marito era andato a prendere nel Regno Unito con una serie di peripezie infinite solo per accontentarmi, fosse destinato a rimanere zoppo perché ero incapace di curarlo?!? 
Mi sembrava impossibile non farlo correre, non farlo saltare insomma non fargli fare nulla di tutto ciò di cui un cucciolo ha bisogno per il proprio benessere fisico e psichico. Mi sembrava dovesse morire di tristezza nell'impossibilità di fare tutto ciò che di solito fanno i cuccioli e nel turbinio di questi mille pensieri negativi mi si fissava nella mente un solo titolo per la sua vita... "Ozzy e l'Infanzia Rubata" (con sottofondo di musica straziante tipo quello della piccola fiammiferaia nella sequenza in cui si vede che le si spegne l'ultimo cerino con il quale tenta di scaldarsi). Ma l'istinto di conservazione riesce sempre ad avere ragione e così molto seriamente abbiamo iniziato a seguire tutti i consigli del veterinario. La sua convalescenza è durata due mesi con frequenti piccole ricadute perché, inutile dirlo, appena vedevamo un miglioramento allentavamo il rigore delle regole imposte con conseguente istantaneo peggioramento. 

  Solo da qualche giorno abbiamo iniziato la riabilitazione in piscina (pochi minuti al giorno per il momento) e piccole passeggiate quotidiane di una decina di minuti. Finalmente da circa una settimana Ozzy sembra stare proprio bene e questo ha risollevato notevolmente il mio umore che solo a tratti riesce ancora a diventare disperazione e terrore quando vedo il "freccia argento" che ventre a terra saetta in giardino davanti alla mia finestra!

martedì 1 luglio 2014

CORGIncontro in Fattoria


La giornata del Corgincontro per noi di Corgilandia non è iniziata proprio benissimo… Sabato notte la nostra India ha deciso di dare alla luce i suoi cuccioli con un anticipo di un paio di giorni sulla data presunta.

Speravamo ed eravamo quasi certi di poterci godere la giornata dell'incontro con sufficiente tranquillità e avevamo precettato nostro figlio Leonardo per montare di guardia e controllare la situazione della truppa. (quando ci assentiamo da casa e lasciamo Leo ad accudire i nostri pelosi ho sempre la sensazione che siano loro ad accudire lui e non viceversa…)
Reduci da una notte praticamente insonne alla mattina ci sembrava di fluttuare in un limbo nebbioso dal quale faticavamo ad uscire e poiché gli anni passano e i parti notturni iniziano a essere pesanti, tra cuccioli da sistemare, mamme da nutrire, cani da far uscire per i bisogni mattutini e anziani da svegliare, con grande fatica e tanto caffè, alla fine ce l'abbiamo fatta e siamo partiti!
Tutto questo trambusto e i vari intoppi di percorso hanno causato un notevole ritardo nel nostro arrivo all'incontro ma poiché "non tutti i mali arrivano per nuocere", l'ingresso nel cortile della Fattoria Lungargine (preciso che il Comitato di Benvenuto è stato ineccepibile… organizzatissimo con magliette a tema e pass adesivi con il logo dell'incontro) è stato un colpo d'occhio incredibile! Erano tutti lì… i Corgi partecipanti alla giornata, tranquilli e ancora un po' intimiditi accanto ai loro compagni di vita, bellissimi, composti ma soprattutto diversi. Sì, perché frequentando le expo, in occasione di quelle più importanti tipo mondiali o europee, capita di vedere tanti Corgi tutti insieme ma sono di un altro tipo… di quelli stra-belli o presunti tali, preparatissimi che non li puoi toccare, dressatissimi e impassibili che sembrano statue, nervosi o comunque distaccati perché già concentrati sulla gara e preciso che mi piacciono le esposizioni, sono un buon momento di confronto e un'occasione per conoscere e rivedere persone. Ma qui… la scelta e la varietà sembravano essere le parole d'ordine: cuccioli, giovani, vecchi, adulti, con il pelo lungo, con il pelo a chiazze (errore di un toelettatore incompetente che ha praticamente "lessato" un corgino dimenticandolo per più di un'ora sotto al phon!), fulvi, tricolori, pembroke, cardigan, giusti, troppo grandi, troppo piccoli, magri, grassi e chi più ne ha più ne metta… insomma diversamente bellissimi!

Inutile dire che si sono comportati benissimo durante lo svolgimento della breve lezione tenuta da Gianandrea sul tema "Perché il Corgi è un Cane Speciale" e alla fine, quando le persone hanno applaudito, praticamente tutti i pelosi all'unisono sono partiti con abbai e ululati come loro personale contributo al ringraziamento generale.
La giornata è proseguita con un raffinato buffet nel bellissimo parco secolare di Villa Pesavento, appartenente alla famiglia di Michela e Fabrizio, i titolari della Fattoria Lungargine e quella è stata l'occasione per stare tutti insieme in un clima di vero relax. Parlare con vecchi amici, conoscere persone nuove, guardare e commentare i nostri pelosi che scorrazzavano liberi nel curatissimo prato, insomma uno di quei momenti in cui ti si riempiono gli occhi e il cuore.
Ci siamo risvegliati da questo bellissimo torpore al richiamo di Fabrizio “tutti a fare le foto!” e lì ci siamo davvero scatenati!!! Sembrava di essere al Red Carpet della notte degli Oscar! C'erano più fotografi che persone da fotografare… quasi! E abbiamo fatto servizi fotografici da favola da tutte le angolazioni possibili in un contesto e con uno sfondo davvero ineguagliabile. 
Alla fine è arrivato il momento tanto atteso di vedere i nostri piccoli amici alle prese con un loro atavico richiamo quello del lavoro sul gregge. E da qui potremmo iniziare e continuare a parlare per ore… c'è stato chi nel giro di pochi secondi ha capito perfettamente il meccanismo della conduzione del gregge, chi spaventato se l'è data a gambe, chi si è seduto a guardare le pecore come fossero alieni, chi correva instancabile senza concludere nulla. Insomma i nostri Corgi hanno avuto le più svariate reazioni tra gli applausi e il divertimento generale.  

Forse sto davvero invecchiando perché l'emozione che ho provato nel vedere tanti Corgi tutti insieme è stata davvero insolita e allo stesso modo mi sono emozionata nel leggere gli articoli scritti da una cara amica giornalista, Nicoletta Cozza, che è riuscita a cogliere lo spirito e l'amore che abbiamo, lei compresa, per i nostri Corgi.
  Anche il tempo ci è stato amico. La giornata non è stata troppo calda e non ha piovuto per tutta la durata dell'incontro. Insomma, tutto perfetto!

Che dire… mi sono svegliata questa mattina con la sensazione di essere in pace con il mondo e penso sia stata l'energia positiva emanata dalle persone e dai nostri Corgi durante la bellissima giornata, quel tipo di energia che si accumula per essere usata e rilasciata lentamente nei giorni a seguire così da ricordarti i bei momenti trascorsi e poter pensare che possa accadere di nuovo.

mercoledì 4 giugno 2014

Cos'è un "Fluffy"?


Quante volte è capitato di vedere soggetti della stessa razza avere il pelo visibilmente diverso non solo per il colore ma anche per lunghezza e consistenza? Dei Pelosi veramente moooolto pelosi! Molto attraenti esteticamente e da cuccioli sicuramente irresistibili…
Noi tutti vediamo che nelle varie razze canine la struttura del pelo è variabile. Esistono “versioni” della stessa razza a pelo corto e a pelo lungo ed entrambe le vediamo spesso in esposizione. In alcuni casi la “versione” a pelo lungo è diventata talmente famosa da soppiantare quasi radicalmente nella diffusione la sorella a pelo corto, come nel caso dei Collie o dei Chow-Chow per citare due esempi, direi, eclatanti. Ben pochi tra i non cinofili sanno che esiste infatti un Collie a pelo corto, lo Smooth Collie, o un Chow-Chow un po’ meno.... orsetto!
Quello che determina o meno la lunghezza delle “frange” di pelo di un cane è un gene recessivo (e che quindi occorre sia presente nel genoma di entrambi i genitori per manifestarsi sulla prole) che condividono infatti molte razze canine. E fin qui nessun problema perché per molte di queste razze, infatti, lo standard comprende sia la varietà a pelo lungo che quella a pelo corto, come pare logico. In altre invece, come purtroppo per entrambi i Corgi, Pembroke e Cardigan, lo standard di razza, molto meno comprensibilmente, non contempla la possibilità del pelo lungo. La motivazione di questo starebbe nel fatto che il pelo, lungo e frangiato, male resiste alle intemperie e risulta inadatto per struttura al cane da lavoro
(poiché tende a raccogliere sporcizie dal terreno e, quando viene bagnato, si inzuppa restando tale molto a lungo). Un pelo senza futuro, quindi, per un pastore come il nostro. Questa motivazione potrebbe anche sembrare plausibile, se non fosse, appunto, che esistono moltissime altre razze di cani da pastore dove il pelo lungo e frangiato è la principale, se non unica, caratteristica come nel caso del Pastore delle Shetland e del Pastore Scozzese (Il Rough Collie, appunto).
Eppure tutto questo sembra non avere valore per i nostri amici a gamba corta. Trattandosi di un gene recessivo si presenta fortunatamente con minore frequenza rispetto al pelo corto, però di Corgini a pelo lungo ce ne sono! Sono ovviamente Corgi a tutti gli effetti e hanno giustamente la loro schiera di sostenitori. Hanno peli di varie lunghezze e strutture ma sono tutti caratterizzati dalla presenza di bellissime frange. In gergo cinofilo si chiamano “Fluffy” (dall’inglese fluffy -> lanuginoso, morbido). E in effetti la parola “fluff” fa pensare a qualcosa di tenero e morbidoso. C'è chi ne va matto (e come dargli torto... unire il temperamento coccoloso del Corgi a una pelliccia da orsacchiotto...) e a chi piace meno. Per qualcuno significa anche la possibilità di risparmiare qualcosa al momento dell'acquisto, qualora appunto non interessi partecipare alle esposizioni canine nelle quali purtroppo il nostro amico “pelosone” verrebbe squalificato.
Mi auguro che un giorno anche lo standard delle nostre due razze Pembroke e Cardigan ammetta nelle esposizioni il pelo lungo, come di recente è accaduto per il noto Pastore Tedesco.
Fino a quel giorno sarà onere dell'allevatore del vostro cucciolo segnalarvi la presenza di questa caratteristica esattamente come per tutte le altre caratteristiche eventualmente presenti e che sono ritenute indesiderate dallo Standard di Razza. Un soggetto fluffy è riconoscibile fin dalla nascita per una consistenza di pelo impercettibilmente diversa che solo l’esperienza dell’allevatore riesce a distinguere e diventa invece più evidente attorno al trentesimo giorno di vita.
La cosa importante, indipendentemente quindi dal fatto che desideriate o meno partecipare alle esposizioni cinofile, è specificare che un soggetto fluffy è un soggetto sano al pari di qualsiasi altro. Con una tipologia di pelo che sicuramente necessita di qualche spazzolata in più per evitare la formazione di fastidiosi nodi ma anche con qualche punto a favore. Proprio grazie a questa caratteristica i fluffy infatti non lasciano pelo in giro per casa neppure durante la muta!

Soprattutto però va ricordato che come qualsiasi altro Corgi, vi darà infinito amore e completa dedizione, sarà pronto a seguirvi ovunque nelle vostre azioni quotidiane. Sono molti i fluffies che si vedono guadagnare premi in discipline tipiche in cui eccelle la nostra razza, come l'agility, l'obedience, la condotta del bestiame. Solo le esposizioni morfologiche vengono al momento loro precluse. Insomma, per le passerelle, i fratelli iperpelosi devono solo avere ancora un po’ di pazienza...