domenica 18 febbraio 2018

Opalini di tutti i colori

 La nascita dei nostri piccoli è sempre un grande momento di attesa, aspettativa e felicità .
In questo senso anche l’arrivo degli Opalini, i cuccioli di Opal e Ozzy, è stato come sempre motivo di gioia infinita e di euforia contagiosa perché amiamo moltissimo questi due pelosi… così come tutta l’allegra brigata di spargipelo, d’altro cantosicché l’occasione di una nascita, che per noi è comunque sempre “la” nascita, ci fa diventare come quei nonni che stanno attaccati al vetro delle nursery a litigare per il dominio delle somiglianze familiari dei piccoli neonati. Verificare le somiglianze e le peculiarità che più ci piacciono dei genitori riflessi sui loro piccoli è quasi una gara a chi ne scopre di più perché mette in gioco abilità nel riconoscerle, abilità che, puerilmente, ci fanno sentire davvero grandi e orgogliosi allevatori. Una cucciolata oltre a essere un meraviglioso momento di pura felicità fine a se stessa è anche un buon momento di riflessione sul lavoro di allevamento, un importante tassello che si aggiunge a un puzzle che mai si completa e che sempre si modifica, nella speranza e convinzione che ciò avvenga per il meglio. 
E il ruolo dei colori, nei Cardigan molto più che nei Pembroke, è parte importante di questo lavoro poiché la volontà di rispettare le regole dettate dallo standard italiano (ENCI) e internazionale (FCI) ci pone di fronte a una questione da tempo irrisolta, quella dell’importanza o meno di creare delle discriminanti su basi estetiche quali il colore del pelo, del semplice tartufo (il naso) e delle rime palpebrali, come vedremo nel nostro caso. Sui nostri Cardigan eseguiamo i principali test genetici per la tutela della loro salute ed eseguiamo anche quelli per la trasmissione dei colori proprio per cercare di pianificare gli accoppiamenti nel modo migliore ma come natura insegna la diversità genetica è un patrimonio inestimabile e se l’attenzione alle trasmissione delle malattie genetiche per noi è rilevante, prioritaria e condizionante, quella per la trasmissione dei colori sinceramente ci lascia un po’ perplessi.
A rigore di standard nel Cardigan sarebbero ammessi tutti i colori di pelo: il problema sta invece nel colore del naso, rime palpebrali e labiali, che deve essere nero. Cosa che di fatto porta a escludere tutti i colori a base fegato, o marrone che è chiaramente una semplice colorazione e nulla ha a che vedere con degenerazioni o patologie. Non bastasse questo, l’evidenza è data dalle numerose razze da lavoro in cui è presente la colorazione marrone e molte delle quali (tipo lo Sheperd Australiano, il Cattle dog, il Kelpie, tanto per citarne alcune) svolgono addirittura le medesime mansioni del nostro amato Gallese a gamba corta necessitando, presumibilmente, di simili attitudini. Da tempo ormai i biologi genetisti, quelli stessi che ci aiutano a identificare tramite analisi del DNA ciò che reca o meno il genoma dei nostri beniamini, ci ammoniscono sul fatto che il vero rischio per una specie sta nella poca variabilità genetica, non nelle mutazioni che sopravvengono.
Non esiste una sola specie vivente, animale o vegetale, che si sia estinta per una mutazione sopravvenuta nel proprio genoma e che la rendesse inadatta alla vita! Ormai sappiamo bene che le specie viventi possono essere presenti in miliardi di esemplari sulla terra e rischiare di estinguersi se questi esemplari presentano tutti lo stesso genoma. E’ il caso della banana Cavendish,
distribuita in miliardi di piante ma tutte provenienti dal medesimo clone, sterile, quando è stata aggredita da un banalissimo fungo che però ha avuto un effetto devastante su quell’unico genoma che evidentemente non recava in sé la capacità di contrastarlo. Cosa che invece sarebbe sicuramente accaduta a più riprese se la popolazione esagerata di banane commerciali del mondo avesse trovato origine da diversi cloni provenienti da differenti piante. Se vi piacciono le banane voglio tranquillizzarvi, abbiamo imparato la lezione e salvato la permanenza di questo frutto esotico sulle nostre tavole.
Creando ovviamente una base che possedesse una ampia varietà genetica. Usando cioè più cloni di ceppi differenti. 
Ora, a fronte di tutto questo e soprattutto poiché parliamo di una razza come il Cardigan, presente invece in alcune migliaia di esemplari soltanto nel mondo, una qualsiasi azione che escluda una parte di genoma (rappresentata da quei soggetti portatori di alcune caratteristiche) arbitrariamente, senza cioè nessuna motivazione legata alla salute o all’attitudine richiesta, ci pare davvero una azione sconsiderata. Non vi sono altre parole. Controlliamo e in qualche modo marginalizziamo già giustamente quel che serve: oggi lavoriamo esclusivamente su soggetti liberi da Atrofia Retinica Progressiva (PRA free) e offriamo la garanzia di soggetti che non siano a rischio per la Mielopatia Degenerativa (DM), le due patologie che si possono manifestare nella razza e che sono controllabili tramite esame del dna.
Controlliamo il carattere e la morfologia, anch
e qui ovviamente “selezionando”… il che comunque in qualche modo significa escludere. Pensiamo possa bastare così, ed è questo il nostro obiettivo. Sicché, scegliendo di accoppiare Ozzy e Opal, sapevamo che entrambi erano portatori dell’allele b, che determina la diluzione del nero in marrone sia nei tricolori, nei quali appunto il prevalente colore nero diventa marrone, sia nei blue merle dove le parti di nero diventando marrone danno al colore l’aspetto e la conseguente denominazione di “red merle”. Sapevamo quindi che avremmo prodotto molto probabilmente dei soggetti fuori standard per quanto riguarda il colore. A conti fatti si sarebbe dovuto trattare di un soggetto o due al massimo, stando a quanto evidenziato da Mendel. Ma, come sempre accade in questi casi, piuttosto che non osservare le leggi trascritte dal Grande Padre della genetica, i nostri puffolotti dimostrano chiaramente la veridicità della legge di Murphy (avete presente… quella che fa arrivare l’autobus soltanto quando voi vi siete allonanati troppo dalla fermata) e sembrano frutto della fantasia di Arlecchino . Già, i nostri bellissimi otto Opalini sono nati di tutti i colori!
Due bei maschietti brown e due red merle…. Ovviamente con gli occhi azzurri… non ci facciamo mancare nulla! Noi li guardiamo crescere e, mentre il buon Murphy si frega le mani, riconosciamo quanto morfologicamente un paio di questi siano assolutamente grandiosi. Pensiamo con rammarico che se fossero nati qualche anno fa oppure se appartenessero a un’altra razza sarebbero forse i soggetti di punta della cucciolata e avrebbero forse visto riconosciuto a tutti i livelli il giusto merito. Non sarà così ma poco conta, perché fortunatamente qui in Italia l’ENCI non pone restrizioni nell’allevamento ma solo nelle esposizioni, quindi si tratta semplicemente di trovare un altro tipo di divertimento, se è questo il problema. Purtroppo però non è così ovunque nel mondo ed esistono altre realtà, come ad esempio in Francia, Svizzera, Slovenia, dove non si può far riprodurre un soggetto se questo non ha superato una sorta di esame che ne verifichi la morfologia, cioè l’attinenza allo standard ufficiale. E questo porta per forza all’esclusione di soggetti sanissimi, bellissimi, bravissimi magari perché hanno un occhio celeste e sono neri o hanno il naso marrone.
Ancor più stupidamente poiché trattandosi di di portatori di geni recessivi possono, con i giusti accoppiamenti, generare soltanto figli dai colori “graditi”, restituendo intatto il panorama genetico alle generazioni future. Invece, certuni chiedono di gettare via un intero corredo di ricchezze per una macchiolina bianca in un posto dove è stato deciso che non sta bene, con degli effetti devastanti su quello che è la salute futura di una razza. E questo nel nome di una cinofilia che invece con atteggiamenti ignoranti e ottusi si va uccidendo.

6 commenti:

  1. un cane non si prende per il colore o per vincere ad una esposizione ma solo per l'amore che avra' per noi per tutta la vita e dobbiamo ricambiare questo affetto prendendoci cura di lui con tanta dolcezza!!!!

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    1. Sono d'accordo! Però quando si alleva ci sono delle regole da rispettare e se per quelle che riguardano la salute sono più che d'accordo per quelle dell'estetica un po'meno. E in questo caso i colori non saranno perfetti ma loro sono degli amori... 😊

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  2. Ho apprezzato moltissimo la spiegazione di come avete scelto questo accoppiamento, sono decisamente d'accordo sul rischio di escludere soggetti perchè portatori di una caratteristica morfologica non riconosciuta a livello di standard ma non dannosa per la razza... anzi il problema semmai è solotamente il contrario. Un giorno spero che avró la gioia di portare uno dei vostri cuccioli, in standard o meno, nella mia famiglia, nell'attesa continuo a seguirvi con interesse e vi auguro buon lavoro. Una coccola ad Opal ed i suoi splendidi cuccioli.

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  3. Grazie Elena per il tuo affettuosissimo commento. 😊

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