Lo
scritto di un’amica pubblicato sul social network un po’ di tempo fa mi ha
fatto pensare e venire voglia di scrivere questo nuovo post. Proponeva alle
persone appartenenti al gruppo di raccontare come erano arrivate ad amare il
Corgi fino al punto di prenderne uno o addirittura più di uno.
La mia esperienza è il realtà è legata a quella di Giangi poiché quando lo conobbi, lui già aveva da un paio d’anni il suo primo corgi, Clody, quello che poi sarebbe diventato il NOSTRO primo corgi.
Come
la maggior parte dei bimbi anch’io durante l’infanzia ho desiderato tantissimo
e mai ottenuto la compagnia di un batuffolo peloso e potrebbe sembrare una
logica conseguenza la mia estrema felicità nell’innamorarmi dell’uomo della mia
vita con relativo cane da sempre desiderato. Due desideri realizzati in un colpo solo! Purtroppo non fu proprio
così, non subito, perlomeno. Mi innamorai moltissimo di colui che, fin dal
primo istante, capii essere l’uomo della mia vita ma il suo cane… il compagno
che tanto avevo desiderato… non era esattamente ciò che speravo. E’ come
sognare da sempre Robert Redford e poi riuscire solo a conoscere Denny De Vito…
per carità, simpatico, brillante ma non bello, sicuramente bravo a recitare!
Ecco il mio rapporto con un corgi è iniziato proprio così… non andavo pazza per
il suo aspetto e i primi giorni in cui io e Giangi eravamo morosi chiedevo addirittura
se poteva lasciarlo a casa accampando le più svariate scuse per nascondere, in
realtà, l’imbarazzo di portare a spasso un cane così buffo; ma da subito mi
sono saltati agli occhi gli innumerevoli pregi del suo carattere. Era discreto
ma presente, generoso e affettuoso. Con Giulia la nostra primogenita
è stato un compagno affidabile, paziente e mai insofferente alle angherie della
nostra piccola bipede che anche con le migliori intenzioni e sotto la nostra
supervisione a volte poteva essere un po’ molesta. Non ricordo il momento
preciso nel quale il suo aspetto iniziò a piacermi ma ricordo con chiarezza (e
ancora un po’ mi incazzo quando ci penso) che mi arrabbiavo moltissimo quando,
durante le nostre passeggiate, veniva definito dalle persone nei modi più
diversi che andavano dallo strano-buffo all’offensivo.
Qualche anno dopo
portammo a casa dall’Inghilterra, Ambra (Shallianne Amber Nectar) quella che
sarebbe stata la capostipite del nostro allevamento anche se ancora non lo
sapevamo… Non riuscimmo mai a far diventare papà il nostro amato Clody, vergine
lui e moooolto inesperti noi ma è stato comunque il nostro primo Corgi, per me
il mio primo cane… sicuramente il più importante…
Quando
invece noi (Giangi e Clody) incontrammo Chicca eravamo già un binomio
navigato. Dopo essere stato un bimbo a
cui i genitori avevano sempre negato un cane (la prima richiesta ufficiale e
ufficialmente inevasa di un cucciolo la feci a 4 anni), con la maggiore età e
qualche soldo risparmiato grazie ai primi lavoretti finalmente mi portai a casa
il mio Clody, alla faccia di mio padre, del quale ricordo lo sguardo sgomento e
le seguenti parole la prima volta che lo vide: “Ma tu hai pagato per questo
cane qui?”.
Diventai
un felice simbiotico: dove c'ero io, c'era il mio cane. Ovunque e qualunque
cosa stessi facendo. In via ufficiale e accettata, oppure silente e carbonara
il giovanotto mi seguiva proprio ovunque.
La stagione degli amori si sa però obnubila le menti ed è richiamo
imprescindibile per tutti gli esseri viventi, e fu così che il nostro branco
andò formandosi con l'ingresso di quella che sarebbe diventata la mia compagna,
Chicca. Cosa io trovassi di straordinario in quel bipede femmina con i fluenti
capelli neri probabilmente il mio Clody non se l'è mai chiesto, ma le ha aperto
le porte del suo cuore velocemente, cosa rara per lui che solitamente non prestava interesse agli estranei.
Poi
venne pure la nostra prima “cucciola”, il nostro gruppo si ampliava a livello
bipedi ma l'unico quadrupede restava Clody.
Credo che a un certo punto ci sembrò naturale conseguenza regalare un’amica,
se non una compagna, anche a lui. Così arrivò Ambra e per un po' tutto sembrò
sufficiente. L'appartamento in città, il nucleo famigliare misto. Che bellezza,
l'obiettivo era raggiunto. Almeno lo credevo…
Ricordo
con precisione il giorno in cui tutto precipitò. Me ne stavo seduto in salotto
e tra le mani avevo l'ultima copia della Newsletter della Welsh Corgi League,
appena ricevuta dal Club Inglese. In prima pagina l'editoriale si apriva con
queste parole: “ Anche se le circostanze della vita vi limitano a possedere
soltanto uno o due Corgi, potrete comunque godere delle gioie..... “ e via
dicendo. LIMITANO? SOLTANTO?