Da
molto tempo la figura dell'Allevatore è legata a una serie di
connotazioni che fanno di lui la persona seria e competente alla
quale potersi rivolgere con fiducia per avere in affidamento un
piccolo peloso nel nostro caso di Welsh Corgi Pembroke oppure Cardigan.
Ovunque
si parla e teorizza sulle regole e i punti fondamentali per
riconoscere un buon allevatore; in ogni rivista cinofila, blog, siti
realizzati per il presunto o reale benessere animale si trovano ormai
fior di decaloghi per distinguere il bravo allevatore dal "cagnaro".
Ovunque si propongono le cose da chiedere quando viene contattato o
quelle da osservare quando si presenta l'occasione di conoscerlo.
Cose del tipo: se accudisce in modo consono i propri cuccioli, se la
mamma è presente con i piccoli fino all'età giusta in modo da non
sviluppare in futuro patologie comportamentali come "l'ansia da
separazione", se i genitori sono visibili in allevamento, se le
condizioni di igiene in cui vivono pelosi sono buone (se dormono a
letto con gli allevatori e mangiano assieme allo stesso tavolo è
tutto ok... diversamente probabilmente ci troviamo di fronte a
sfruttamento degli animali!!!), se effettuano i test genetici nei
loro soggetti in modo da garantire la salute dei piccoli, se
l'alimentazione è di buon livello, naturalmente se i piccoli sono in
possesso di pedigree, microchip, vaccinazioni... e mille altri "se"
tutti sacrosanti se presi con buonsenso, ponderatezza e poco
fanatismo.
Viviamo
nell'era del "sapere ignorante", quella in cui tutti sanno
tutto grazie a nozioni spicciole e poco approfondite del tipo
"wikipedia" (non me ne vogliano i sostenitori di questa
enciclopedia virtuale a volte molto utile ma che non deve essere
l'unica fonte di sapere come accade per molti) oppure fonte Facebook:
"Hai saputo che i Welsh Corgi Cardigan blue merle se accoppiati tra loro
generano cuccioli malati che possono morire? Ma chi lo ha detto???
Ehhh... ho visto un post..." e poi si scopre che un semplice
dubbio espresso da una persona che si interessa alla razza è
diventato un assioma con tanto di teorema e postulati! Questo
"sapere" genera individui sicuramente e intimamente
convinti di sapere molte cose ma tutto o quasi in maniera
superficiale e tanto basta perchè l'idea di approfondire un dubbio o
una curiosità non li sfiori nemmeno.
Ma
dov'è finito il bipede ideale al quale affidare i nostri amati
cuccioli corgi, quello che si rivolgeva all'allevatore come un adepto al
suo maestro? E noi, presunti cagnari fino a prova contraria, come
possiamo riconoscere un buon affidatario? Anche in questo caso la
tecnologia a volte ci è ostile perchè le mail, nell'attuale
immaginario collettivo, devono assolutamente essere brevi e concise
contrariamente alle "antiche" missive con le quali la
persona intenzionata ad accogliere un cucciolo nella propria famiglia
prima di chiedere la disponibilità di quest'ultimo iniziava con il
racconto della propria vita partendo due generazioni più indietro.
Oppure
gli sms o le chiamate con i cellulari che non si sa per quale motivo
ma nel bel mezzo di una chiamata si interrompe sempre la linea (mi
scusi sono in galleria, mi scusi "ho sotto" la chiamata di
mia moglie, marito, madre, datore di lavoro, collega...) e vivi la
telefonata con l'ansia e la fretta di dover dire e chiedere tutto
velocemente per paura di perdere irrimediabilemente nell'etere
chiamata e futuro affidatario in un colpo solo. Con l'antico
telefono solo la composizione del numero richiedeva disponibilità di
tempo e predisposizione d'animo e quello era solo l'inizio di una
conoscenza che si sarebbe sicuramente protratta almeno per tutta la
durata della vita del peloso prescelto.
Se
fosse solo un problema di supporti tecnologici potremmo farcene una
ragione e adeguarci alle innovazioni, ma il problema non è solo
quello, purtroppo... nell'ottica del risparmio e dell'ottimizzazione
del tempo è rientrata lentamente ma ormai inesorabilmente anche la
centellinizzazione dell'educazione e a questa innovazione è davvero
difficile adeguarsi...
Potrei
scrivere pagine e pagine riportando i messaggi o le mail con i quali
moltissime persone si approcciano al nostro allevamento per avere
informazioni; alcune molto divertenti altre da ulcera gastrica ma
comunque tutte da cestinare senza possibilità di appello. Le più
frequenti sono del tipo: "Salve, avete cuccioli corgi disponibili e
quanto costano?" Ma nemmeno quando vado dall'ortolano per
acquistare semplicemente un chilo di patate mi rivolgo a lui in
questo modo e i nostri piccoli, con tutto il rispetto per i tuberi,
non sono patate! Oppure: "Sono un single, abito in una casa
piccola e vorrei un cane piccolo come il Corgi". In questo caso
presumo che quando deciderà di cercare la propria anima gemella
opterà necessariamente per una persona di staura bassa (casa
piccola... cane piccolo... compagno/a piccolo/a).
A
richieste formulate in questo modo ovviamente nemmeno rispondiamo,
sarebbe solo tempo sprecato e la conferma l'abbiamo ogni qualvolta
invece decidiamo di farlo perchè magari ci sembra cogliere tra le
righe un reale interessamento e solo una difficoltà di espressione o
qualche incertezza grammaticale non significano sempre
maleducazione... E invece è proprio così! Nell'arco temporale in
cui tentiamo di spiegare a questi
presunti-intenzionati-futuri-affidatari di un piccolo Corgi che se
vorranno essere tali devono raccontarci chi sono e quali sono le loro
aspettative nei confronti di un eventuale cucciolo, questi si sono
già volatilizzati, dissolti nel nulla già approdati con la loro
irriverente richiesta a caselle postali di altri allevatori nella
speranza di trovare subito il Corgi-affare del secolo.
Ecco,
a queste persone vorrei dire che sicuramente ci sono molti cagnari in
giro e fanno bene a informarsi prima di prendere un cucciolo ma le
informazioni più importanti le devono assumere direttamente ponendo
domande, tante domande, parlando, dialogando,
cercando insomma di capire se l'allevatore che si trovano davanti sia
una persona seria non solo perchè risponde affermativamente ai punti
stabiliti dal famoso decalogo ma perchè fidandosi del proprio
intuito e alla propria capacità empatica pensano possa essere la
persona giusta alla quale affidarsi. Molto probabilmente quando
cercate un cucciolo siete dei neofiti della razza, spesso anche della
cinofilia stessa. Non cercate di giudicare qualità o salute di un
quadrupede tramite decaloghi o coppe in bacheca, perchè non fa parte
delle vostre facoltà.
Usate
il vostro buonsenso e le capacità che avete, quelle per giudicare
l'onestà del bipede che vi sta davanti anzitutto.
questo articolo mi trova d'accordo. Molto spesso, parlo per me, ma forse non solo, siamo traumatizzati da tanti appunto cagnari e anche dobbiamo sedimentare bene e in modo responsabile il desiderio di un cane e in particolare di un cane di razza, come un Corgi. quasi nessuno , io di sicuro no, siamo esperti cinofili e spesso scegliamno a "simpatia" per la cura che possiamo intuire nell'allevatore. Io personalmente ne ho scartato uno molto titolato perché mi ha parlato dei suoi cani come "prodotti". Non è semplice adottare un cane. Io ne ho due e sono parte della mia famiglia. come figli a volte li amo.... a volte ne farei volentieri a meno, bisogna essere pronti alle spine e non solo a qualcuno che ci riempia i vuoti. Comunque anch'io mi sono rivolta con fiducia a voi e poi ho rimandato, perché troppo stanca e non pronta.... figuriamoci che ho una chiusura affidabile nella casa da meno di un mese.....altriment non avrei nemmeno avuto la garanzia di tenerli fuori dei pericoli della strada.... come si faccia a scegliere comunque rimane un mistero e a volte è imprevedibile la combine cane - affidatario, così come succede con i figli.
RispondiEliminaCiao Carla! A volte pensiamo sia anche questione di fortuna... Ciò che definiamo fortuna penso sia appunto l'empatia di essere riusciti a ad ascoltare le sensazioni che alla fine ci hanno condotto a una precisa scelta. Questo non vuol dire scegliere un cucciolo affidandosi solo alle sensazioni di "pelle" ma vuol dire cercare di non farsi condizionare da fattori che non centrano nulla e ci possono solo distogliere dal vedere le cose importanti che ci sevorno per operare una scelta.
RispondiEliminaPer i figli penso sia un po' la stessa cosa, come in realtà per tutti i rapporti indipendentemente dall'importanza affettiva. Nel senso che anche il rapporto difficile non è questione di sfortuna ma frutto di dinamiche che a volte non siamo in grado di cogliere ma che da entrambe le parti in modo non sempre paritario sono state messe in atto nostro malgrado.
Ciao Carla! A volte pensiamo sia anche questione di fortuna... Ciò che definiamo fortuna penso sia appunto l'empatia di essere riusciti a ad ascoltare le sensazioni che alla fine ci hanno condotto a una precisa scelta. Questo non vuol dire scegliere un cucciolo affidandosi solo alle sensazioni di "pelle" ma vuol dire cercare di non farsi condizionare da fattori che non centrano nulla e ci possono solo distogliere dal vedere le cose importanti che ci sevorno per operare una scelta.
RispondiEliminaPer i figli penso sia un po' la stessa cosa, come in realtà per tutti i rapporti indipendentemente dall'importanza affettiva. Nel senso che anche il rapporto difficile non è questione di sfortuna ma frutto di dinamiche che a volte non siamo in grado di cogliere ma che da entrambe le parti in modo non sempre paritario sono state messe in atto nostro malgrado.
Ciao Rosa, si in ogni caso è un po' fortuna, un po' intuito, un po' informazione e scelta consapevole. Da parte mia a volte mi sono sentita così "sotto esame" che mi sono un po' ritirata, con certi uni, anche perché a volte si cerca il cane dei nostri sogni e si è poco realistici, e dall'altra parte non vorrei mai un allevatore che non prenda le dovute informazioni su di me come affidataria e che segue per un po' il cucciolo.... comunque appena posso (soprattutto in relazione alla salute del mio billino ed alle mie forze) mi farò viva di nuovo.... Intanto buon Natale a tutti, quattro e due zampe della vostra bella famiglia!
EliminaÈ tutto molto vero e molto giusto.
RispondiEliminaPERÒ... :)
Mi sento punta sul vivo perché io stessa vi ho contattati e ho anche chiesto il prezzo per un cucciolo. Ben sapendo che all'interno del prezzo c'è tutto il vostro lavoro e che quindi è una cifra "legittima", ho avuto così modo di capire che evidentemente non è ancora il momento propizio per godermi il Corgi che tanto e da tanto desidero. :)
Spezzo quindi una lancia in favore di chi, come me, ha fatto questa domanda tanto sgradevole per voi, ma che alla risposta non è corsa a prendere un cucciolo da allevatori poco seri e semplicemente sta aspettando di potersi permettere di accogliere il cane dei sogni :)
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EliminaCi tengo a precisare che chiedere il prezzo è un diritto sacrosanto che non mi permetto di mettere in discussione. Non deve essere, però, la prima cosa che si chide perchè per chi alleva con passione l'aspetto economico è davvero secondario e questo non perchè non abbia valore ma perchè per noi la cosa più importante è la motivazione, la spinta a volere un Corgi al di la di ogni cosa. E ti posso assicurare, per esperienza, che richieste frettolose non diventano mai conferme pazienti che attendono il cucciolo il tempo che ci vuole. Purtroppo è uno stereotipo.
EliminaLe persone che hanno maturato la scelta ci contattano e si raccontano e da li si inizia. E molte volte sono persone giovani per le quali l'aspetto economico è importantissimo.
il mio Billi purtroppo sta per andarsene sull'arcobaleno. anziano, amatissimo cane ha contratto un tumore della bocca ad evoluzione rapida. Ho deciso di godermelo, almeno fintanto che tutto intorno sta bene, passeggia volentieri, mangia ed è abbastanza contento. poi vedremo come la prendo e poi ... chissà.... arriverà anche il momento nostro, mio e del Billi che verrà.
RispondiEliminaMi spiace molto per il tuo Billi... tanti auguri a entrambi. 💚
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