Il
nanismo è sicuramente la caratteristica che primariamente identifica
la nostra razza e questo certamente lo sanno tutti i felici
proprietari di Corgi.
Ciò
che però più spesso si ignorano sono le condizioni che hanno
consentito il palesarsi di questa caratteristica così specifica,
aspetto che ci porta a considerare i nostri soggetti come cani le cui
zampe sono “semplicemente” un po’ più corte delle altre. Non è
così in realtà e non esserne a conoscenza spesso guida noi verso
ansie inutili quanto scientificamente infondate e professionisti, a
volte poco preparati in materia, alla ricerca di chissà quale
patologia, riservando ai nostri cani inutili e onerose pratiche
invasive quali anestesie e dislocamenti ossei.
Cerchiamo
dunque di capire che cosa significa essere nani, onde evitare di fare
la figura dei genitori che pensano di avere un figlio malato perché
a 13 anni inizia a modificare la voce e a riempirsi di pelo.
Tranquilli, non si sta trasformando nell’uomo lupo e neppure in una
scimmia.
Essere
nani significa principalmente essere affetti da una patologia,
geneticamente trasmissibile, che comporta la formazione difforme
delle ossa prossimali, quelle cioè vicine al corpo. Questa patologia
si chiama CONDRODISPLASIA.
Nome
costituito da “condro-” dal greco chondros, cartilagine e
“displasia”, sempre dal greco, ovvero “crescita malforme”.
Ma
fermiamoci qui, alla parola displasia, che già fa venire il
batticuore a solo sentirla nominare. Questo mostro che si combatte
senza successo da decenni, con schiere di Don Chisciotte in camice
bianco e altrettanti servitori. Non voglio entrare nel merito
dell’apprezzabilità scientifica secondo la quale i medici
veterinari catalogano come displasia dell’anca il problema (o
meglio, la serie di problematiche) che spesso coinvolge le anche dei
nostri amati a quattro zampe. Non almeno in questo breve scritto, nel
quale mi interessa invece soffermarmi su di un aspetto inoppugnabile:
i Corgi sono tutti affetti da condrodisplasia. Ovvero una patologia
che si manifesta durante lo sviluppo e che determina una crescita
malforme, deforme, della parte ossea prossimale degli arti.
Quanto
questa fase di crescita sia spesso faticosa e dolorosa lo sanno bene
gli umani colpiti dal medesimo problema. Questo perché le
articolazioni malformi devono in qualche modo trovare una propria
sistemazione per poter lavorare opportunamente nonostante la
deformazione, che oltre a questo pone sotto stress legamenti, rotula
e tutti gli “snodi” del nostro corpo che avrebbero bisogno di
incastri invece perfetti. Il Corgi quindi, per definizione, nelle
gambe perfetto non lo può essere.
Non
comportatevi quindi come se lo fosse. Mentre cresce abbiate coscienza
di quanto più sotto stress è il suo treno anteriore rispetto a
quello di un cane di un’altra razza normolinea. Ossa che crescono
storte pongono tutto l’intero apparato motorio sotto stress e il
rischio di incidenti e di vere e proprie consunzioni ossee è reale
per il cane gestito con leggerezza. Fortunatamente questo aspetto è
transitorio e riguarda solo la fase di formazione del nostro cane.
Una volta cresciuto, dopo l’anno, anche il nostro nano potrà usare
i suoi arti con la forza che conosciamo. Comportatevi come se aveste
un cucciolo di mastino, soprattutto i proprietari di Cardigan, che
come è noto hanno le zampe anteriori molto più “storte” dei
Pembroke.
Quanto
“storte” saranno le gambe del vostro Corgi la genetica non ce lo
dice, così come non ci dice neppure come si storgeranno. Si tratta
di casualità e concause che variano da soggetto a soggetto. Sappiamo
solo che cresceranno difformi.
Come
questa difformità possa essere, tramite indagine radioscopica,
definita o meno come una insorgenza patologica estranea alla medesima
patologia che già per definizione affligge un cane bisognerebbe
chiederlo ai veterinari che si sono costruiti queste nuove verità
scientifiche. Capire cioè come la testa a fungo di un femore (uno
degli aspetti che servono a identificare la “displasia” nei cani)
possa in un Corgi essere ritenuta normale e quando invece non lo sia
ha gli stessi fondamenti scientifici della lobotomia.
E, come la
lobotomia, vuole che l’esame per la valutazione (attenzione, esame
senza risultanza scientifica ma frutto della media dei “voti” di
un pool di medici giudicanti) sia effettuato con una pratica cruenta
che prevede appunto la torsione della gamba e la dislocazione del
femore.
Tranquilli,
tutto questo lo potete evitare e l’esito, gratis, ve lo posso dare
io senza nessun dolore, di tasca o gambe che sia: il vostro corgi è
displasico. Condrodisplasico. E auguratevi che abbia ragione, perché
altrimenti vi hanno bidonato e rifilato un altro cane.
Giangi sei il top... Sono fiero di conoscerti e spero tanto di nutrirmi di tutta la tua saggezza... Ti stimo... Con affetto Alessandro
RispondiEliminaAndrea se fantastico!!! Ho letto il tuo articolo a Trudi e a Zaccaria i miei due corghi che tu conosci bene perché entrambi sono opera tua. Sono stati felici anche loro e hanno abbaiato con ilarità. Con tanta stima Antonella da Reggio Emilia
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