D’altra
parte non ci era mai accaduto nemmeno di adottare nove cuccioli
orfani e invece…
Tutto
è iniziato quando abbiamo programmato le cucciolate di quest’anno
e abbiamo deciso che Paki avrebbe dovuto fare i bimbi con Kal perché
sapevamo sarebbero stati bellissimi e Iggy si sarebbe sposata di
nuovo con Ozzy, vista la bellissima esperienza e l’ottimo risultato
qualitativo della loro prima cucciolata. Speravamo
che in qualche modo le date dei due parti non coincidessero, anche se
dopo qualche rapido calcolo avevamo capito che sarebbero state molto
vicine e probabilmente sovrapposte. Abbiamo comunque pensato che
potesse andare bene poiché, a prescindere dal punto di vista dal
quale si guardava la faccenda, il risultato non sarebbe cambiato poi
di molto. Avere nello stesso periodo due cucciolate di età
differenti può essere per certi versi meno impegnativo. Questo
perché, nel momento in cui la prima richiede impegno maggiore poiché
è già iniziato lo svezzamento, l’altra è ancora completamente
seguita e accudita dalla mamma. Diversamente, avere entrambe le
cucciolate della stessa età comporta una mole di lavoro maggiore ma
per un periodo minore. Alla fine l’impegno è lo stesso: variano
solo durata e intensità in maniera inversamente proporzionale.
In
ogni modo i nostri piccoli, i bellissimi bimbi di Paki e di Iggy,
sono nati come da previsione e “come volevasi dimostrare” a un
giorno di distanza gli uni dagli altri in un trambusto generale: i
piccoli adottati erano arrivati solo da qualche giorno e Giangi era
totalmente assorbito da loro, ma nonostante tutto questo una nuova
nascita riesce sempre a sorprenderci e stupirci. La trepidazione con
cui si segue la gravidanza di una futura mamma ha qualcosa di magico
e di speciale... perché prodromo di un evento speciale.
La
nascita dei piccoli poi è gioia pura, con quell’alternarsi di
aspettativa e conferma gioiosa ad ogni nuovo nato. Credo sia proprio
questa la bellezza dell’attesa della nascita dei cuccioli… non
sapere cosa la natura ti riservi fino all’attimo in cui non lo
vedi.
I
Pakini e gli Iggyni (definiamo una cucciolata con un vezzeggiativo
diminutivo del nome della mamma) sono stati per me cuccioli speciali,
anche se in verità non ricordo di aver avuto piccoli che non lo
siano stati. Forse perché li ho seguiti quasi completamente da sola
fintanto che i cuccioli rimasti senza mamma non hanno raggiunto i 25
giorni di vita e restituito finalmente mio marito al resto del mondo.
Solitamente ci alterniamo e abbiamo compiti diversi nell’accudimento
dei piccoli, ma questa volta è stato diverso e così mi sono
ritrovata a seguire pakini e iggyni praticamente in solitaria. La
cosa non mi è dispiaciuta affatto e mi riempie d’orgoglio quando
al suono della mia voce i piccoli si attivano immediatamente
correndomi incontro, oppure quando sono nella loro stanza e udendomi
passare vicino piagnucolano per chiamarmi. I primi giorni sono stati
pura propedeutica; a quell'età i cuccioli ancora non ti
conoscono: si lasciano toccare, prendere, maneggiare ma non interagiscono poiché la mamma è l’unico e insostituibile punto di riferimento. Poi, un po' alla volta, giorno dopo giorno ti accorgi che qualcosa cambia: mutano atteggiamento, iniziano a fidarsi, finalmente ti riconoscono e ognuno di loro inizia un singolare e personale rapporto con te, a seconda delle proprie sfaccettature caratteriali. Questa cosa mi piace tantissimo perché proprio in quel momento i cuccioli si rivelano nel loro essere, con il carattere donatogli da un patrimonio genetico definito, sul quale nulla è possibile e che nessuna interferenza potrà sostanzialmente modificare. Così come le simpatie e le antipatie, cuccioli con i quali senti di avere un rapporto speciale e altri meno. Insomma, la definizione delle loro straordinarie personalità, questo è ciò che io ricordo di loro: i loro tratti distintivi…
conoscono: si lasciano toccare, prendere, maneggiare ma non interagiscono poiché la mamma è l’unico e insostituibile punto di riferimento. Poi, un po' alla volta, giorno dopo giorno ti accorgi che qualcosa cambia: mutano atteggiamento, iniziano a fidarsi, finalmente ti riconoscono e ognuno di loro inizia un singolare e personale rapporto con te, a seconda delle proprie sfaccettature caratteriali. Questa cosa mi piace tantissimo perché proprio in quel momento i cuccioli si rivelano nel loro essere, con il carattere donatogli da un patrimonio genetico definito, sul quale nulla è possibile e che nessuna interferenza potrà sostanzialmente modificare. Così come le simpatie e le antipatie, cuccioli con i quali senti di avere un rapporto speciale e altri meno. Insomma, la definizione delle loro straordinarie personalità, questo è ciò che io ricordo di loro: i loro tratti distintivi…
Non
posso scordare Sky che era sempre l’ultimo della fila e se in
apparenza poteva sembrare che questo accadesse per timidezza alla
fine si scopriva che era solo per potersi fermare a giocare con i
“grandi” e fatalità sempre e solo con il suo papà, Ozzy. Oppure
Aldo, che pur essendo il più grosso tra i fratelli ha dimostrato un
temperamento da “mammolone”, affettuoso e sbaciucchione, tanto da
abbandonarsi tra le mie braccia come una bambola di pezza. Cola, la
bimba più grande, così ubbidiente che fin da piccolissima, tra lo
scatenamento generale dei fratelli, si sedeva a guardarmi in attesa
di un mio gesto. Insomma potrei continuare un bel po’ a raccontare
i miei piccoli ed è proprio a questo che penso, con nostalgia, in
questi giorni in cui hanno iniziato le loro nuove vite nelle nuove
famiglie.
Ed
è con questa bellezza negli occhi che li ho lasciati andare… Sono
andati con gioia, pensando a quanto amore doneranno e riceveranno, ma
hanno lasciato anche un velo di tristezza perché mi sono
staccata da loro con la consapevolezza che il nostro tempo è finito e ora per entrambi sarà un tempo diverso.
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